Anna Frank

Perché i tifosi che scherzano su Anna Frank sono il segno di un nuovo nazismo

Marco Carrai

Non si può minimizzare. La libertà individuale non può collidere con la verità. Scendere in campo con la stella di David sarebbe una semplice scelta di civiltà 

La verità diceva Anna Frank è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta. La verità, nel caso del folle gesto dei tifosi laziali, è che ancora oggi in Italia e purtroppo in larga parte del mondo esiste non un pregiudizio ma un odio nei confronti del popolo ebraico. Un odio che si fonda sulla follia di pregiudizi troppe volte tollerati o minimizzati. Non è un gesto di un manipolo di persone facente parte di una tifoseria. È qualcosa di più ampio.

 

 L'adesivo con il fotomontaggio realizzato dai tifosi della Lazio

 

Sono fortemente convinto che molti tifosi mai avrebbero fatto quel gesto però di quel gesto hanno riso, lo hanno accarezzato, non lo hanno ritenuto poi così grave. In fondo è per loro accomunabile al tifo a cui è permesso lo sberleffo. No. Su queste cose non si scherza. Su una ragazza uccisa per colpa della più grande barbarie dell’umanità non si scherza. Su una ragazza che ha lasciato una testimonianza indimenticabile su quella tragedia non si scherza. Non si può minimizzare. La libertà individuale non può collidere con la verità. Perché il giorno che si tacesse la verità su cosa sia il bene e cosa il male, il male prenderebbe il sopravvento. Perché è più subdolo. È più attraente. Ci si può ridere sopra. No. Quei tifosi sono il male. Come il nazismo. Il male assoluto. Sarebbe veramente un atto forte se la prossima partita di campionato tutti scendessero in campo come ha chiesto Matteo Renzi con la stella di David. In questo caso non sarebbe una scelta di parte ma una semplice scelta di civiltà. E su questo non si può tacere.

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