I guai di Amazon a Piacenza bloccheranno il Black Friday?
Lo sciopero dei dipendenti impiegati nel magazzino di distribuzione mette a rischio il venerdì d'oro degli acquisti. Ma le conseguenze potrebbero essere meno gravi del previsto
Il primo sciopero dei lavoratori di Amazon in Italia, organizzato nel giorno del Black Friday nello stabilimento di Piacenza, ha sicuramente colpito nel segno per quanto riguarda l'eco mediatica. Meno scontato, però, è l'effetto sulla catena di montaggio che parte dal click sul portale e-commerce e finisce con la consegna a domicilio della merce. Le conseguenze sugli affari del colosso americano potrebbero non essere così gravi, spiega al Foglio Michele Faioli, docente di Diritto del Lavoro all'Università di Tor Vergata.
Nel centro di distribuzione Amazon più vecchio d'Italia lavorano circa 1.600 persone assunte a tempo indeterminato con un contratto inquadrato nel settore del terziario. Altre 2.000 hanno contratti in somministrazione e sono chiamati in sede per coprire i periodi dell'anno in cui c'è maggiore richiesta, come appunto il Black Friday e Natale. Lo sciopero di domani, che proseguirà fino al 31 dicembre con la rinuncia dei lavoratori ai turni straordinari, è stato organizzato dai sindacati del commercio. Secondo i primi dati avrebbero aderito 500 persone, ma un aggiornamento arrivato in serata dice che lo sciopero è stato esteso anche ai lavoratori stagionali, i cosiddetti "green badge". In pratica saranno fermi domani alcuni dei dipendenti di Piacenza che si occupano di reperire la merce in magazzino e impacchettarla, ma Rieti e Vercelli dovrebbero garantire il regolare svolgimento delle operazioni. Anche perché la spedizione della merce sarà comunque garantita. A scioperare infatti non sono i lavoratori incaricati del trasporto, inquadrati con un contratto diverso che fa capo al settore della logistica, ma solo quelli impiegati in magazzino. Certo, dipenderà dalla quantità di ordini e dal numero definitivo di chi aderisce allo sciopero, ma non sarà ferma l'intera filiera e l'azienda se la potrebbe cavare solo con qualche ritardo.
“Amazon negli altri paesi affronta molte complicazioni nel rapporto con i sindacati", dice Faioli, "ma in Italia l'effetto si moltiplica: da una parte Amazon si trova davanti i sindacati del commercio, dall'altra quelli della logistica, e visto che da noi non c'è una legge sulla contrattazione aziendale, il problema che si pone è che lo sciopero di domani resta frammentato. Manca infatti una solidarietà interna da parte del settore della logistica. Con buona probabilità non avrà nessun effetto: lo sciopero deve colpire il datore di lavoro, non il cliente. Ma qui non colpisce né uno né l'altro”. Nei paesi dove il quadro sindacale è maggiormente regolato, spiega Faioli, il datore di lavoro è obbligato a sedersi al tavolo con tutti i sindacati e a risolvere i conflitti. “Questo sciopero dimostra una certa debolezza nella cultura delle relazioni sindacali di Amazon”, nota Faioli, "ma anche che il sistema italiano è debole. Lo dimostra il fatto che le rivendicazioni oggetto dello sciopero vanno avanti da un anno e in tutto questo tempo non si è riuscito a risolvere nulla”. I lavoratori di Piacenza chiedono che siano riconosciuti premi di produzione adeguati all'aumento della produttività dell'impianto e una migliore regolazione degli orari di lavoro. Con lo sciopero hanno sì acquisito visibilità, ma non potranno contare su un dialogo costruttivo con l'azienda. “Nei paesi dove le rappresentanze sindacali sono elette da tutti i lavoratori le trattative si semplificano. E poi viene a cadere quella dittatura delle minoranze che si verifica da noi, perché decide la maggioranza e le rivendicazioni si portano avanti solo se condivise”.
Ma Amazon non si trova solo in conflitto con i propri lavoratori. Proprio ieri la grande distribuzione organizzata ha inviato una lettera al governo per sottolineare il regime svantaggioso a cui ritiene di essere soggetta sul lavoro e sul fisco rispetto ad Amazon. “Facendo logistica – spiega Faioli – Amazon non è sottoposta alle stesse regole dei grandi gruppi commerciali come per esempio Auchan, Esselunga o Carrefour”. Eppure i due mondi sono ormai in concorrenza diretta, perché su Amazon si può acquistare qualsiasi merce, anche prodotti alimentari. D'altra parte ci sono le piccole e medie imprese, che hanno organizzato il loro Black Friday: Amazon ha portato la tradizione americana in Italia, ma adesso anche i piccoli negozi fisici provano ritagliarsi la propria fetta di mercato in un giorno in cui i consumi si impennano. “Domani il Black Friday diventerà una specie di lotta tra più parti, che porta allo scoperto un conflitto sociale: i lavoratori di Amazon sono in sciopero, la Gdo rivendica equità di trattamento e la Pmi spera nell'effetto dello sciopero per vendere di più”.