Spelacchio come Frankenstein, la Raggi lo riporta a "nuova vita"
Al misero tronco di piazza Venezia tocca un’altra non-morte: sarà fatto a pezzi, trasformato in ricordini e in una casetta di legno con fasciatoio per le mamme, "simbolo di un’economia circolare"
“Presto queste brucianti miserie si estingueranno. Salirò trionfante sul mio rogo funebre, ed esulterò nell'agonia delle fiamme divoratrici”. Così finivano i tormenti del mostro di Mary Shelley, la creatura riportata alla vita dal dottor Frankenstein, “perfido perché infelice, evitato e odiato da tutta l'umanità”. Meno sublime è la seconda vita di “Spelacchio”, l’altrettanto infelice albero di Natale di Roma, sul quale si è esercitato l’accanimento terapeutico e mediatico della giunta grillina – “addobbato con semplicità e raffinatezza”, la difesa di Virgina Raggi. Giunto comatoso a piazza Venezia, fatto risorgere dalle salve di flash dei turisti, stupiti o divertiti che fossero, e dall’intransigenza pentastellata nell’ostinato negarne il tracollo evidente. Oggi sembrava aver trovato la pace e la sua – seconda – fine. Ma non ci sarà esultanza nelle fiamme divoratrici, per il misero abete rosso. Dopo il via allo smontaggio, durato l'intera mattinata del 9 gennaio, dal Campidoglio è partito il contrordine: “Bisogna rimontare tutto”, allibisce la ditta che si occupa della rimozione. Spelacchio resta al suo posto, almeno fino a venerdì. Così al misero tronco tocca un’altra non-morte. E sembra quasi di sentire Gene Wilder sporgersi dal tetto del Campidoglio, sotto la pioggia battente di questa mattina, a strepitare: “Si può fare!”.
Ma ancor più della cronaca, è da brividi la motivazione addotta dal Comune che, in intesa con la Comunità trentina, spiega di voler “riutilizzare il legno dell’albero, opportunamente lavorato, per qualcosa di utile alla città e senza alcun costo aggiuntivo”, come recita una nota del Campidoglio. L’albero sarà fatto a pezzi e trasformato in ricordini – forse venduti insieme agli altri formidabili gadget anti-sistema nello store online ufficiale del M5s – e in una casetta di legno con fasciatoio per le mamme, una “baby little home”, ha spiegato l’assessore alla Sostenibilità ambientale Pinuccia Montanari.
È ancora una volta la lotta suicida contro la casta (e il benessere) a guidare i passi pentastellati: “Vogliamo fare di questa star internazionale un esempio concreto di riuso creativo, perché tutto può tornare a nuova vita. Un modo concreto per dimostrare al mondo che Roma vuole essere sostenibile e persegue con convinzione la strada del riuso, riciclo e recupero di materia”, dichiara Raggi. “La sua nuova vita non è assolutamente un’azione di business”, aggiunge l’assessore Montanari. Business, pussa via. Piuttosto eleviamo il legno secco di Spelakenstein “a simbolo di un’economia circolare sempre più necessaria per il futuro di Roma e delle nuove generazioni”.
Intanto su Twitter l’account di Spelacchio si lamenta: E fai ‘e valigie, e posa ‘e valigie.
E fai e valigie e posa e valigie.
— Spelacchio (@spelacchio) 9 gennaio 2018
generazione ansiosa