Intercettazioni sessiste al Foglio
In Francia prendi una multa se fischi per strada a una donna. Sbigottite riflessioni rubate a due di noi
Ieri due redattori del Foglio hanno avuto questa conversazione. Lavorano nella stessa stanza, ma comunicano esclusivamente via Skype, perché sono un maschio e una femmina e, sapete com’è, le regole sul posto di lavoro aggiornate al #metoo consigliano di non avere troppi contatti diretti. Persino al giornale che si mise in mutande per il Cav. La pubblichiamo qui di seguito, senza il loro consenso.
Lei: Ma hai visto Macron? Dà una multa a chi molesta le donne per strada, 90 euro, mica pochi. Valgono anche i fischi, dice il Monde che ha visto la bozza. Ti giro il link. In pratica uno ti fischia per strada, ti dice bella figa e tu invece che dire grazie vai dal poliziotto.
Lui: No ma stai scherzando! Sono impazziti, c’è scritto che valgono anche “les regards insistants”. Qui ci arresterebbero tutti. Ma che dovremmo fare noi uomini per la strada? O guardi il cellulare e vai contro un palo, o guardi il culo alle ragazze. Del resto sono le uniche due cose che sappiamo fare. Spiegami meglio, che 90 euri fanno paura.
Lei: Ieri all’Assemblée nationale cinque deputati hanno presentato uno studio, richiesto dalla ministra delle Pari opportunità Marlène Schiappa, sulla “verbalizzazione delle molestie per strada”, in cui si chiede la creazione di una “contravvenzione per l’oltraggio sessista e sessuale”.
Lui: Scusa ma poi come funziona? Uno sconosciuto fischia sull’altro marciapiede, e tu corri dai vigili? E che fai, una denuncia contro ignoti, o contro tutto il genere maschile?
Lei: C’è la flagranza di reato. Me la vedo già la faccia del poliziotto del pensiero.
Lui: Pensiero stupendo, per noi uomini da marciapiede, in ogni caso…
Lei: Piantala! Guarda che ti denuncio. Comunque ora questo documento sarà compreso nella proposta che la ministra farà a marzo al Consiglio dei ministri contro “proposte o comportamenti o pressioni di carattere sessista o sessuale” che violano la dignità delle donne per il loro carattere “degradante o umiliante” o che creano “una situazione intimidatoria, ostile o offensiva”.
Lui: Vabbé “degradante e umiliante”… Un conto se uno ti dice “’a trucidaaa”. Ma se fischiano o vi gridano “benedetto chi ha inventato le gonne corte”, o anche qualcosa di più performante circa l’arrivo a destinazione del messaggio, lo denunciate davvero, voi donne?
Lei: E’ che da quando è iniziato questo rincorrersi di denunce, abbiamo smesso di fare una distinzione tra la lusinga e la molestia. C’era una che è rimasta traumatizzata per i commenti “insistenti” sulla gonna di pelle.
Lui: Eh ma qui la cosa è grave, dice che vogliono “attaccare la zona grigia”, manco Parigi fosse Gomorra. Multare anche “i gesti, gli sguardi insistenti, i fischi o le parole oscene” oltre che i pedinamenti.
Lei: Ecco, nella zona grigia siamo improvvisamente tutte incapaci di difenderci: se uno prova a baciarmi al bar, non so fargli capire che non mi va? Se uno fischia, corro dal vigile? Capisco il pedinamento o le ossessioni, ma non stiamo parlando di stalker. C’è uno che ti fa un complimento, magari insistente: questa cosa dell’umiliazione mi sfugge.
Lui: Ma appunto! Siamo animali da complimento, noi. Mica ti sarà sfuggito. Piuttosto queste francesi, che le hanno fatto, proprio non si divertono più?
Lei: La senti tu la Deneuve, sì?