Toninelli no Tav e la legge “stop Soros”. Le notizie del giorno, in breve
Tutto quello che è successo mercoledì in Italia e nel mondo senza fronzoli, fuffa e divagazioni
DALL'ITALIA
Giuseppe Conte si oppone alla proposta di Horst Seehofer, il ministro dell’Interno tedesco e leader della Csu che chiede di rimandare i richiedenti asilo nei paesi in cui hanno presentato inizialmente domanda. Parlando col presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, il premier afferma che l’Italia non è disponibile a discutere dei cosiddetti “secondary movements” senza prima aver affrontato l’emergenza dei “primary movements”.
“Non vorremmo arrivare a discutere il finanziamento italiano all’Unione europea”, dice il vicepremier Matteo Salvini.
“Ridiscuteremo integralmente il progetto della Tav Torino-Lione”, dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, intenzionato a “valutare alternative” anche rispetto al nodo fiorentino dell’Alta velocità.
“I populisti creano psicosi”, dice il Papa, criticando le scelte sui migranti dei governi italiano e americano in un’ intervista alla Reuters.
Borsa di Milano. Ftse-Mib +0,16 per cento. Differenziale Btp-Bund a 219 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,15 sul dollaro.
DAL MONDO
L’Ungheria ha approvato la legge “stop Soros”. Il provvedimento proposto da Fidesz, il partito del primo ministro, Viktor Orbán, che tassa le ong e punisce chi aiuta i migranti è stato votato dal Parlamento di Budapest, benché il Consiglio d’Europa e l’Ocse avessero invitato la maggioranza di governo a rivedere il progetto di legge.
Bloomberg finanzierà i democratici. L’ex sindaco di New York vuole stanziare 80 milioni di dollari per sostenere il Partito democratico nelle elezioni della Camera dei rappresentanti a novembre.
Disney ha alzato l’offerta per Fox a 71,3 miliardi di dollari, alcuni dei quali in azioni, per superare la proposta di Comcast.
Hamas ha lanciato 40 razzi contro Israele e l’aviazione israeliana ha risposto colpendo 25 postazioni sulla Striscia di Gaza.
I Comuni hanno respinto l’emendamento anti Brexit che voleva introdurre il voto finale del Parlamento all’accordo.
generazione ansiosa