Addio a Gilberto Benetton. Su di lui una condanna sommaria
“Dopo il disastro di Genova i Benetton sono stati al centro di un attacco istituzionale e politico. Amareggia il mancato riconoscimento delle istituzioni del suo ruolo nella crescita del paese”. Ci scrive la presidente vicario di Assindustria Veneto
E’ con grande tristezza che venerdì a Treviso abbiamo salutato per l’ultima volta Gilberto Benetton. Il grande numero di persone che hanno voluto esserci ha dimostrato, una volta di più, quanto la sua persona fosse benvoluta e rispettata. Come abbia saputo nella sua vita costruire relazioni e affetti solidi. Un grande imprenditore talvolta è una figura solitaria, concentrata nei suoi progetti e senza tempo per gli altri. Lui no, non ha mai perso la dimensione umana che nasce dalle amicizie di lunga data, dal contatto con la gente nella sua Treviso, da una presenza discreta ma sostanziale nella vita pubblica.
Ci mancherà e sarà di esempio e guida per tutti noi che l’abbiamo conosciuto e per chi verrà dopo.
Ciò che veramente amareggia è il mancato riconoscimento da parte delle Istituzioni e della politica nazionale del ruolo fondamentale da lui svolto nella crescita del Paese; e gli attacchi circolati nella rete.
Dopo il disastro di Genova Gilberto e la famiglia Benetton sono stati al centro di un attacco istituzionale e politico. Una condanna sommaria e immediata per responsabilità ancora tutte da accertare. Un messaggio partito pubblicamente proprio da chi è chiamato alle massime responsabilità per il governo del Paese, che ha alimentato questa campagna di odio, livore e giustizialismo.
Certamente le responsabilità andranno accertate. Ma questo nulla toglie al riconoscimento dovuto a una persona e ad una famiglia che molto hanno contribuito a far crescere l’Italia. E soprattutto non può venire meno il rispetto e il silenzio nel momento della morte. E’ un segno di civiltà.
C’è da riflettere e da preoccuparsi. Su questo, chi ci guida ha e deve assumersi la responsabilità di essere esempio di valori e convinzioni, anche a rischio di impopolarità, e di non essere gregario o megafono di una presunta ‘opinione pubblica’ dei social, che troppo spesso si è vista manipolata e diretta dall’esterno.
Mi sottraggo sia a questa deriva violenta che al silenzio degli opportunisti.
Voglio testimoniare, avendolo conosciuto, il valore di Gilberto Benetton e il senso alto della sua vicenda umana e imprenditoriale, sapendo che ci mancherà e non sarà semplice continuare la sua opera.
Maria Cristina Piovesana è presidente vicario di Assindustria Veneto centro Imprenditori Padova Treviso
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio