I danni dei tweet di Salvini. Il "capitano" rischia di far saltare un'operazione di polizia
Il ministro condivide sui social informazioni (sbagliate) su una serie di arresti che non sono ancora stati eseguiti. Il procuratore di Torino Spataro lo attacca: "Indagini a rischio". Il ministro: "E' stanco, si ritiri"
La propaganda, spesso, provoca danni. E così il tentativo di Matteo Salvini di capitalizzare consensi da una serie di arresti compiuti oggi dalle forze dell’ordine, ha rischiato di compromettere le operazioni della polizia e ha causato una dura critica da parte del procuratore di Torino, Armando Spataro, nei confronti del capo del Viminale, apparso ancora una volta troppo disinvolto nell’uso dei social network su questioni delicate come la sicurezza.
I tweet del ministro dell’Interno sono iniziati stamattina sul presto e celebravano le brillanti operazioni di polizia e carabinieri. Mentre Salvini twittava, gli uomini della Direzione distrettuale antimafia di Palermo erano infatti nel pieno dell’operazione “Cupola 2.0”, che ha portato all’arresto di 48 persone, tra cui Settimo Mineo, capo del mandamento di Pagliarelli, figura di spicco di Cosa Nostra ed erede di Totò Riina. In un’altra operazione, a Torino, la polizia ha invece eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di altre persone sospettate di associazione mafiosa.
In queste ore, in tutta Italia, enorme lavoro delle Forze dell’Ordine contro delinquenti e spacciatori di morte.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 dicembre 2018
Con uno straordinario intervento in provincia di Palermo, i Carabinieri hanno smantellato la nuova “cupola” di Cosa nostra, arrestando 49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 dicembre 2018
Non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia, che poi ha ammanettato 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 dicembre 2018
Poco prima delle 9, mentre gli arresti erano ancora in corso, Salvini ha twittato euforico: “Anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia, che poi ha ammanettato 8 spacciatori”. Passano poche ore ed è lo stesso Spataro a diffondere un comunicato in cui accusa il ministro per avere rischiato di compromettere l’operazione condividendo informazioni false mentre i blitz erano ancora in corso. "In relazione ai soli fatti di Torino, il procuratore della Repubblica osserva che, al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione è intervenuta mentre l’operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa; la polizia giudiziaria non ha fermato '15 mafiosi nigeriani', ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo ufficio, dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso". Insomma, non si tratta di 15 persone e non è vero che siano tutte imputate di associazione di tipo mafioso. Ma l’elemento più grave è che gli arresti non erano ancora terminati perché alcuni degli indagati erano irreperibili.
Per Spataro, i tweet di Salvini contraddicono “prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato”. Infine un auspicio per il futuro: “Ci si augura che il ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie. Allo stato non si ritiene di poter fornire altre informazioni sulle indagini in corso".
Poi la controreplica, molto dura, del ministro Salvini: "Basta parole a sproposito. Inaccettabile dire che il ministro dell'Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il Procuratore Capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato. Se il capo della Polizia mi scrive alle 7:22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell'ordine".