Le ragioni di un Natale senza metro nel centro di Roma
Non solo scale mobili a Repubblica, Spagna e Barberini. Dal 2012 meno 33 per cento per le spese di manutenzione, dice l'Agenzia di Roma Capitale
Le stazioni della metro A di Roma, Spagna e Barberini, chiuse da tre giorni senza che sia stato fornito alcun dettaglio ai passeggeri è solo la più recente evidenza di un servizio di trasporto pubblico al collasso. Non poter accedere al centro della città con la metropolitana, a pochi giorni da Natale, con i turisti smarriti in cerca di informazioni che non ci sono, e dover usare un servizio alternativo di superficie con pochi autobus che partono ogni 10 minuti circa, è il prezzo da pagare per essere sicuri (sicuri?) che verrà effettuata la manutenzione sulle scale mobili delle due centralissime fermate, chiuse per il momento a tempo indeterminato. Atac non ha fornito infatti alcuna informazione, eccetto questo stringato comunicato, e nemmeno gli autisti e il personale metro conoscono le tempistiche dell'intervento.
Dopo l'incidente del 23 ottobre alla stazione di Repubblica, con i tifosi russi feriti in seguito alla voragine che si è aperta su una scala mobile, l'Atac ha iniziato a controllare gli impianti di diverse stazioni metro. Nelle settimane successive infatti è capitato spesso di avere accesso ridotto alle scale mobili per via di interventi di manutenzione, anche se poi, come segnalano molti utenti su Twitter, in alcune stazioni i lavori si sono interrotti e anche le scale mobili sono rimaste ferme. Intanto anche Repubblica è ancora chiusa da allora. Così, per chi prende la metro A a Termini la prima fermata utile è Flaminio, e viceversa.
@InfoAtac @LindaMeleo @virginiaraggi stazione Metro A Cornelia. Così dal 31 ottobre...cantiere abbandonato. Vie di fuga bloccate! Dovete aggiustare una semplice scala mobile non restaurare la cappella Sistina! Vergognatevi! #atac e fermate centrali chiuse..Non ho parole! pic.twitter.com/2tbkucQFY1
— Marty (@martaleonardi63) 13 dicembre 2018
D'altra parte, meglio che qualcuno le controlli queste scale mobili, che in alcune stazioni sono l'unico mezzo d'accesso alle banchine dove fermano i treni. Lo stato di manutenzione, fuori da questo intervento speciale, è infatti inadeguato. A certificarlo è la relazione annuale dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, secondo cui le spese per la manutenzione sono diminuite del 33 per cento dal 2012 a oggi, mentre quelle per i materiali di ricambio, nello stesso periodo, sono scese del 28 per cento. Con il debito che la attanaglia, Atac fa fatica a pagare i propri fornitori e tra i costi che sono stati tagliati rientrano anche quelli di manutenzione. Lo dimostrano i tornelli non funzionanti o le macchinette dei biglietti fuori servizio, tutti lavori affidati ad aziende terze che aspettano di ricevere i compensi pattuiti. Ma anche le corse soppresse, che nel trasporto di superficie sono raddoppiate in tre anni (1,3 milioni nel 2017) e in quello metropolitano triplicate (112mila) per via soprattutto della mancanza di pezzi di ricambio e di guasti alle vetture.
Nel caso delle scale mobili, dopo l'ultimo incidente, è scattato l'allarme per la sicurezza dei passeggeri, che sempre secondo lo stesso documento sarebbero 1,2 miliardi all'anno, più della somma di quelli che viaggiano a Napoli, Milano e Torino. Il confronto con le altre due città, però, è impietoso: sia Milano sia Torino hanno un'offerta adeguata per i passeggeri che trasportano, mentre Roma ha solo 4 convogli metro ogni 1000 abitanti, 6 tram e 87 bus. Quanto ai chilometri di rete in proporzione ai chilometri quadrati, fa meglio anche Napoli. E anche se i romani di tutto ciò erano già coscienti, pur senza conoscere le stime aggiornate, hanno scelto di lasciare l'azienda indebitata in mano al Campidoglio invece che chiedere una nuova assegnazione del servizio per bando.
generazione ansiosa