Cosa c'è dietro il blocco del traffico aereo
Voli cancellati e torri di controllo in subbuglio per lo sciopero dei controllori. L'Ugl spera in Salvini per dirottare i piani di Enav
Dieci voli cancellati a Genova, ventisei a Orio al Serio, almeno 32 tra Bari e Brindisi, circa 70 a Fiumicino e 138 solo quelli di Alitalia. L'elenco dei disagi causati dallo sciopero dei controllori di volo è lungo tanto quanto quello degli aeroporti italiani, quarantacinque, all'interno dei quali Enav fornisce i servizi di gestione del traffico aereo. La protesta nasce per contestare il piano industriale votato a marzo dal consiglio di amministrazione dell'azienda, partecipata al 53,28 per cento dal ministero dell'Economia e quotata in borsa da luglio del 2016. Enav ha scelto di intraprendere una importante riorganizzazione di alcuni aspetti operativi che riguardano gli aeroporti italiani, in particolare dei servizi offerti dai controllori di volo, attuando un piano che prevede l'uso di nuove tecnologie per svuotare alcune torri di controllo dal personale e gestirle da remoto.
Il modello delle torri remote singole è già usato in alcuni aeroporti europei e americani, ma il passaggio successivo che l'azienda italiana vuole attuare prevede che da due hub si gestiscano contemporaneamente più torri per dare istruzioni nella fase di decollo, atterraggio e movimenti in pista. La trasformazione impatterà principalmente su Brindisi e Padova, dove ci sono due dei quattro centri (Acc) da cui i controllori di volo assistono gli aerei in fase di rotta: le attività attualmente svolte in queste strutture saranno trasferite a Roma e Milano (gli altri due Acc), mentre Brindisi e Padova saranno riconvertite con tecnologie che permetteranno di seguire quanto accade in altri 26 aeroporti. Realizzare tutto questo con nuove strumentazioni e personale adeguatamente formato costerà 650 milioni di euro in cinque anni. Ma contro il piano industriale remano buona parte dei controllori.
Secondo Francesco Alfonsi, responsabile nazionale Ugl per il settore del Traffico aereo, alla mobilitazione di oggi hanno partecipato più del 70 per cento dei controllori Enav. Lo sciopero è stato indetto insieme a Unica, una sigla indipendente, mentre Cisl e Cgil hanno scelto di non aderire. Nell'ultimo anno il sindacato di destra ha fatto man bassa, rastrellando iscritti delle altre due organizzazioni anche grazie alla promessa di cambiare il piano industriale. Qualche mese fa, nel giro di pochi giorni decine di rappresentanti nazionali della Cisl hanno lasciato i loro incarichi per passare alla concorrenza, portando con sé un consistente numero di colleghi. "Insieme noi e Unica rappresentiamo quasi il 70 per cento dei lavoratori e allo sciopero hanno partecipato anche persone iscritte ad altri sindacati, con il risultato che hanno aderito tutti gli impianti con percentuali altissime di controllori, dal 90 al 100 per cento". La richiesta è secca: "Deve essere cambiato il piano, in via prioritaria gli elementi che impattano di più: per noi è fondamentale il mantenimento dei quattro Acc e su questo non torniamo indietro. Anzi, se non ci sarà un segnale da parte dell'azienda siamo pronti a organizzare uno sciopero di ventiquattro ore". Ma da parte di Enav la trattativa su questi punti è ferma e per l'attuale consiglio di amministrazione è inimmaginabile cambiare prospettiva. Il piano, dice l'azienda, è fondamentale per vincere le nuove sfide che il settore si troverà ad affrontare e per sposare uno sviluppo tecnologico necessario per essere efficienti e competitivi come chiede la normativa europea. Ci vorranno dieci anni per applicarlo nella sua interezza e nei prossimi quattro anni saranno poco più di cento i controllori trasferiti, su un organico complessivo di circa quattromila persone. Il tutto senza nessun esubero e la riqualificazione professionale di una buona parte dei controllori.
Fare deragliare il piano è quasi impossibile. Con la quotazione in Borsa, il gioco di forza tra l’azienda e i controllori è cambiato e nonostante il potere contrattuale di cui gode la categoria, l’efficacia di una mobilitazione del genere difficilmente potrà essere la stessa di quando Enav era completamente in mano allo stato. A meno di mettere in discussione l’attuale consiglio di amministrazione. L’amministratore delegato, Roberta Neri, è in Enav dal 2015, con nomina assegnata dal governo Renzi. Il presidente, Nicola Maione, è da poco cambiato, dopo le dimissioni di Roberto Scaramella, che secondo alcune indiscrezioni sarebbero dipese da tensioni con il governo per via degli stipendi accordati al board, tanto che nell'ultima assemblea dei soci Enav il ministero dell'Economia ha sollecitato i presenti ad applicare le regole sul contenimento delle retribuzioni della pubblica amministrazione, un tema sensibile per la maggioranza gialloverde. Lo scorso novembre proprio i controllori di volo dell'Ugl hanno inaugurato una sezione Noi con Salvini premier interna a Enav per far sì che "la politica torni ad interessarsi delle aziende dello Stato – ha detto il responsabile Adriano Angelillo nel giorno della presentazione – puntando un faro affinché si sappia cosa avviene in Enav". Il connubio tra politica e sindacato, ha detto il controllore, "sta dando i suoi frutti su scala nazionale e presto vorremmo portare risultati anche nel trasporto aereo, dove sta nascendo questa sinergia tra lavoratori e Lega". La richiesta di attenzione è stata lanciata, e come conferma anche Alfosi al Foglio, "oggi al governo c'è una forza politica con la quale abbiamo molte più assonanze rispetto ad altre, ma il nostro principale interlocutore resta l'azienda, che vorremmo meno concentrata sulla sua mission finanziaria e più su quella industriale". Intanto alcuni rappresentanti di Lega e M5s hanno risposto al messaggio, tra gli altri Elena Maccanti, capogruppo della Lega in commissione Trasporti alla Camera, che chiede di non modificare l'assetto dell'aeroporto di Torino Caselle. La partita (politica) dei controllori è appena iniziata.
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