Lo stadio della Roma tra gli annunci di Virginia Raggi e la realtà
Per la sindaca “i cantieri possono aprire entro l’anno” (lo aveva già detto nel 2017 e nel 2018) grazie al via libera del Politecnico di Torino. Ma la relazione dell'università dice che per evitare il traffico va incentivato l'uso dei treni e delle biciclette
“Diciamo subito che lo stadio si farà e i proponenti possono aprire i cantieri entro l’anno”, annuncia trionfante la sindaca Virginia Raggi. E pazienza se lo stesso annuncio lo aveva già fatto a febbraio del 2017 dopo l’accordo con il club giallorosso e la Eurnova di Luca Parnasi sul nuovo progetto e poi ancora a giugno 2018. Ossia una settimana prima del blitz che aveva portato agli arresti, fra gli altri, del costruttore romano e del presidente di Acea Luca Lanzalone che per conto del Campidoglio e del Movimento aveva seguito la trattativa per la costruzione dell’impianto di Tor Di Valle.
In attesa della variante al piano regolatore che dovrà essere votata dall’Assemblea Capitolina e su cui anche dentro al Movimento qualcuno promette battaglia, la prima cittadina si affretta però ad esibire come un successo il via libera del Politecnico di Torino a cui il Campidoglio aveva affidato il compito di vagliare le criticità relative al flusso del traffico nella zona dove sorgerà il nuovo impianto. In realtà, come ha spiegato il professor Bruno Della Chiara che del gruppo di lavoro formato dal Politecnico di Torino è referente, quello contenuto nella relazione arrivata nei giorni scorsi in Comune e così gelosamente custodita da non essere stata mostrata neanche ai consiglieri e alla Commissione Trasparenza è “un sì condizionato. Va bene lo stadio, ma prima serve un'offerta plurimodale di mobilità. Sarà importante nei prossimi mesi un'analisi dei cantieri”.
Del resto nella bozza preliminare consegnata alla giunta due mesi fa il parere dei tecnici era stato durissimo, parlando apertamente del rischio di un impatto “catastrofico” sulla viabilità, del “blocco totale” di alcune arterie e del “collasso” dell’intero quadrante anche nei giorni feriali e non soltanto in quelli delle partite. “Sono troppo evidenti le criticità fin da ora riscontrate per fornire un giudizio positivo”, era stata la conclusione dei tecnici. Che nella versione finale della relazione non sembrano aver cambiato troppo idea. “Emerge in ogni caso un quadro preoccupante, che vede – in assenza di altre azioni - negli scenari futuri un possibile blocco pressoché totale della rete principale di connessione con la location stadio, a parità o circa di livelli di mobilità motorizzata attuale”, si legge infatti nell’ultima versione.
Ma che cos’è cambiato allora in questi due mesi? Semplicemente niente, se non l’impegno da parte del Comune a intervenire con le opere previste nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (che però è ancora alle linee guida e non ha concluso il suo iter) favorendo tra l'altro l'uso di biciclette e con un rafforzamento del trasporto pubblico su ferro nella zona (foto sotto). Ossia la ferrovia Roma Lido, stabilmente la peggiore d’Italia nelle classifiche redatte da Legambiente sul trasporto per i pendolari, e la FL1 che collega Orte a Fiumicino per la quale sono previsti lavori (per l’inserimento di due nuovi binari di attestamento) nel protocollo d’intesa siglato fra Comune, Rfi e Fs Sistemi Urbani.
“Può la rete reggere i flussi aggiuntivi nel caso in cui le linee ferroviarie FL1 e Roma-Lido non fossero debitamente e preliminarmente potenziate (anche per iniziare gradualmente a fidelizzarne l’utenza), dovendo quindi sostenere un ulteriore 30 per cento degli indotti la mattina o 50 per cento in caso di evento sportivo la sera?”, si chiedono i docenti del Politecnico nella relazione finale. “Una diagnosi come quella uscita nei primi di dicembre dal Comune è completamente compresa nella relazione finale, praticamente tale e quale – ha ammesso Della Chiara – Il problema c’è e rimane, ma si risolve. La rete viaria romana è già carica. E oggi si parla di offerta di trasporto plurimodale. Le stazioni Tor di Valle e Magliana devono essere realizzate in tempi contenuti. Nella misura in cui queste azioni verranno attuate prima della messa in esercizio dello stadio potranno garantire al tifoso di non utilizzare esclusivamente l’auto. Queste azioni che abbiamo rafforzato vanno attuate in tempi contenuti”. “Sulla Roma-Lido stiamo già lavorando con la Regione Lazio. Hanno già 180 milioni per l’ammodernamento delle strutture”, precisa la sindaca. Senza spiegare però che quei soldi, fermi da tempo, serviranno per i lavori su tutti i 30 chilometri e le tredici stazioni dell’intera tratta.
Sembra invece tramontato definitivamente l’ipotesi di costruzione del Ponte Traiano, previsto a carico dei proponenti nella prima versione del progetto dello stadio e poi cassato assieme al taglio delle cubature deciso nella seconda versione approvata dalla giunta Raggi. Per la Conferenza dei servizi la sua realizzazione era fondamentale per evitare la congestione del traffico della zona, ma dopo il taglio è rimasto senza finanziamenti nonostante gli impegni presi prima dall’ex ministro Luca Lotti e poi dall’attuale titolare dei Trasporti Danilo Toninelli. “Non fa parte del progetto che ci è stato chiesto di visionare – ha tagliato corto Della Chiara – asseconderebbe la viabilità stradale ma poi andrebbe ad intaccare il resto dell’area”.
Tutto risolto e tutto pacifico, allora? Non proprio, perché di sicuro in Campidoglio restano molti malumori, anche dentro al Movimento. E non ha aiutato certo la decisione del direttore generale del Comune Franco Giampaoletti di “pressare” i dirigenti incaricati del progetto stadio di disertare la riunione della Commissione Trasparenza in cui lunedì si sarebbe dovuto discutere della relazione del Politecnico. Alla riunione non hanno partecipato neanche i consiglieri grillini, alcuni dei quali ancora contrari alla variante urbanistica che manca per sbloccare definitivamente l’iter per l’impianto di Tor Di Valle. Su tutte le furie il presidente della Commissione Marco Palumbo che ha annunciato esposti lamentando l’impossibilità di accedere ai documenti della relazione. Pagine coperte da un misterioso segreto fino al pomeriggio di martedì quando sono state caricate sul sito del Comune di Roma.
Di sicuro, probabilmente scottato dai ripetuti annunci e dalle altrettanto ripetute crisi politiche che hanno seguito l’iter, non sembra sbilanciarsi troppo sulla data di inizio dei lavori il vicepresidente esecutivo della Roma Daniele Baldissoni. “Non parliamo ora di date ipotetiche, continuiamo a lavorare quotidianamente per risolvere le ultime tematiche – mette le mani avanti – È il momento ormai, dopo tutto il tempo speso su questo progetto, che la città abbia la possibilità di vedere un investimento di tale portata e che la Roma posso effettivamente lavorare alla costruzione”.
generazione ansiosa