Si rompe un'altra scala mobile. Il calvario infinito di Atac
Questa mattina la stazione Barberini della metro A è stata chiusa a causa di una rottura di un gradino. Fortunatamente non c'è stato nessun ferito. Cosa c'è dietro i continui disservizi
Non si tratta di una riedizione di quanto accaduto alla fermata di Repubblica nell'ottobre scorso, ma ancora una volta una scala mobile ha bloccato una stazione della metropolitana del centro di Roma. Questa mattina attorno alle dieci l'ultimo gradino di una delle scale mobili della fermata della metro A di Barberini si è rotto, è uscito di sede, bloccando così il sistema di risalita che collega la banchina alla stazione. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. I tecnici dell'Atac sono al lavoro per riparare il guasto, considerato di lieve entità, e già in giornata la stazione potrebbe essere riaperta.
Al di là di quanto accaduto oggi, è un dato di fatto che alcune fermate del centro scontano un deficit strutturale da quando sono state costruite che le rende soggette a possibili chiusure. La presenza unicamente di impianti di discesa e risalita meccanizzati che collegano le banchine con le uscite, comporta l'impossibilità di avere un'alternativa alla scala mobile e quindi a un'interruzione – sia essa parziale o totale – del servizio in caso di guasto.
Ad esempio la stazione Barberini è dotata soltanto di sei scale mobili e due ascensori. E di queste sei, solo quattro sono in funzione in quanto due sono ferme da tempo in attesa di pezzi di ricambio per essere riparate. Materiale che deve essere realizzato dai fornitori su richiesta in caso di necessità e ciò allunga i tempi per la riparazione. L'utilizzo di solo due terzi degli impianti disponibili inevitabilmente crea un surplus di lavoro agli impianti attivi, aumentando così le possibilità di guasto. E se malauguratamente, come accaduto oggi, si rompe qualcosa ecco che per Atac diventa impossibile gestire i flussi di viaggiatori e la stazione va chiusa. Proprio la fermata Barberini nei mesi scorsi è stata al centro di chiusure o in entrata o in uscita per permettere la manutenzione – eseguita solitamente mensilmente salvo casi straordinari, abbastanza frequenti nell'ultimo periodo – delle scale mobili.
Il problema era stato già segnalato lo scorso febbraio dal presidente di Atac Paolo Simioni in una lettera privata all'assessore Linda Meleo, poi resa pubblica da qualcuno in Campidoglio. Scriveva Simioni:
"A novembre 2018 immediatamente dopo l'incidente la direzione gestione infrastrutture ed impianti, ha avviato una campagna straordinaria di monitoraggio e verifica delle scale mobili, ricorrendo anche ad un soggetto terzo all'attuale manutentore. A seguito delle verifiche effettuate, nonché delle risultanze di alcune prove decennali programmate con Ustif alla stazioni Barberini, sono malauguratamente emerse alcune criticità che ancora oggi non hanno consentito la riapertura di alcuni impianti di marca Otis, presenti nelle stazione di Repubblica, Barberini e Spagna".
Per tentare di arginare il problema la giunta Raggi nel corso dell'ultima seduta del 2018, aveva approvato una delibera per conferire all'Atac l'incarico “di stazione appaltante per l'espletamento della procedura ad evidenza pubblica, per la fornitura di nuove scale mobili, ascensori e marciapiedi mobili nelle stazioni metropolitane della linea B”, con uno stanziamento di 13.627.799 euro. Fondi però che non sono ancora arrivati e che in ogni caso non sarebbero sufficienti per una ristrutturazione completa delle infrastrutture.