Greta saluta Papa Francesco prima che Roma la spaventi
Dopo Strasburgo e la visita al parlamento europeo, la superambientalista ha incontrato il Pontefice in piazza San Pietro al termine dell'udienza generale
È partita in treno da Stoccolma domenica 14 aprile, ha raggiunto Strasburgo per parlare davanti al Parlamento europeo, è risalita in carrozza direzione Roma, dove è scesa questa mattina a Tiburtina, è salita in un Volvo del corpo diplomatico e ha raggiunto sulle poltrone in pelle piazza San Pietro, dove ha incontrato Papa Francesco.
Greta Thunberg dice di essere conscia che, almeno in Svezia, questo è tempo di ferie pasquali, ma sostiene che "la crisi climatica non va in vacanza", e quindi "non ci andremo nemmeno noi". Perché Greta non viaggia sola, con lei ci sono quattro persone, il suo staff che poi altro non è che la sua famiglia. Perché per la lotta l'ambientalismo non si può far da soli, bisogna essere attrezzati.
Intanto lo "Sciopero scolastico per il clima" di Greta si sta così trasformando in un abbandono scolastico per il clima, sballottata com'è per tutta Europa da impegni istituzionali, inderogabili, emergenziali. I suoi appelli sottolineano che non c'è tempo da perdere, che c'è poco tempo per non essere tutti sopraffatti dal climate change, che non si sta facendo abbastanza per evitarlo: "Se i politici fossero seri sull'affrontare il cambiamento climatico non avrebbero speso tutto il loro tempo parlando di tasse o Brexit", ha detto innanzi ai parlamentari europei.
Le città che ha attraversato erano composte di stazioni, di metropolitane, di autobus. Eppure ha detto di aver trovato Strasburgo "carina, pulita e ben tenuta". Chissà se dirà lo stesso di Roma in questi tre giorni che si concluderà venerdì con la manifestazione #FridayForFutureRoma, con marcia per il clima annessa.
La Roma bella, sporca e cattiva che non sa cosa fare dell'immondizia e che viaggia per le sue strade in macchina, perché gli autobus non passano, le metro, non solo in centro, sono chiuse e per numero di ciclisti in strada è nei bassifondi delle classifiche europee. Greta tra "i clacson, i motorini come a Saigon, l’isteria da piccola megalopoli congestionata, lo strepito degli automobilisti, dei tassisti sgasanti, dei pedoni, pure della zingara grassa che fruga col bastone nel cassonetto stracolmo di monnezza indifferenziata".
Salvatore Merlo ha provato a immaginare la visita della sedicenne superambientalista in una Roma "dove la seconda stella del Movimento, quella della mobilità sostenibile, sembra essersi eclissata. Con risultati che i romani sono da tempo costretti a sopportare. Ad iniziare dal trasporto pubblico, vero e proprio incubo, e dai disservizi di Atac causati per lo più dai guasti di un parco mezzi sempre più vecchio e ovviamente inquinante", scriveva Massimo Solani su Roma capoccia qualche settimana fa.
Perché proprio il traffico, almeno secondo le rilevazioni di Legambiente e del suo progetto di Citizen Science, sta causando alla città grossi problemi di inquinamento. E per fortuna la Capitale è quasi sempre accarezzata dal vento e riesce a disperdere altrove i picchi di polveri sottili, superiori ai 150 microgrammi/mc, (che mediamente variano tra 5,8 e 21,1, quindi al di sotto dei limiti di allerta) nelle ore di punta, ossia quando i romani si recano e tornano dal lavoro.