Per Cantone lo “sblocca cantieri” non è corretto
Tutto quello che è successo venerdì in Italia e nel mondo senza fronzoli e divagazioni
DALL'ITALIA
Nuovo scontro tra Lega e M5s sul figlio di Arata. Il Corriere della Sera ha rivelato che il figlio del faccendiere indagato assieme al sottosegretario Armando Siri sarebbe stato assunto da Giancarlo Giorgetti alla presidenza del Consiglio. “La domanda che ci poniamo è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo”, ha scritto il M5s in una nota: “Deve chiarire tutti gli aspetti”. “Federico Arata è una persona preparata”, ha risposto la Lega.
“Il ‘Salva Roma’ non mi convince”, ha detto il capogruppo leghista in Campidoglio, Maurizio Politi: “La Raggi non è in grado di amministrare la città”.
Cantone contro lo “sblocca cantieri”. “La norma non è corretta”, ha detto il presidente dell’Anac intervenendo a Radio Capital: “Non credo che servirà davvero a sbloccare gli appalti”.
“Il sovranismo non minaccerà l’Ue”, ha detto il capo dello stato, Sergio Mattarella, in un’intervista a Politique Internationale.
Borsa di Milano. Ftse-Mib - 0,20 per cento. Differenziale Btp-Bund a 256 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,12 sul dollaro.
DAL MONDO
Donald Trump e Khalifa Haftar hanno avuto un colloquio telefonico lunedì. Lo ha comunicato ieri la Casa Bianca che ha riferito: “Il presidente ha riconosciuto il ruolo del generale nel combattere il terrorismo”. I due hanno parlato della transizione della Libia verso un “sistema stabile e democratico”.
La Turchia ha arrestato due uomini sospettati di spionaggio per conto degli Emirati Arabi che potrebbero essere collegati all’omicidio di Jamal Khashoggi.
A Kiev c’è stato il dibattito elettorale tra Petro Poroshenko e Volodymyr Zelenski per le elezioni presidenziali per le quali si voterà in Ucraina domenica 21 aprile.
La Cina ha censurato Leica sui social media per uno spot in cui venivano mostrate le proteste di piazza Tienanmen.
E’ stato rinviato il vertice di Doha sulla pace in Afghanistan a data da destinarsi.
Si è dimesso il governo del Mali a seguito dell’uccisione di 160 persone di etnia fulani.
generazione ansiosa