Perché Ama è un accumulo di debito e spazzatura
Più che per le intercettazioni del sindaco Raggi, romani e italiani dovrebbero sconvolgersi della scelta di mantenere un servizio inefficiente piuttosto che andare a gara per cercare di migliorarlo con costi più bassi
Roma. La parole rubate al sindaco Virginia Raggi sulla vicenda Ama hanno avuto un impatto politico più che sull’azienda stessa. Al di fuori delle considerazioni politiche sarebbe bene comprendere il perché queste municipalizzate continuano a causare un gran mal di testa al contribuente italiano. La municipalizzata dei rifiuti controllata dal comune di Roma infatti non se la passa troppo bene. Non sono tanto i cambi di bilancio richiesti dal sindaco stesso, quanto l’efficienza del servizio inteso sia come raccolta dei rifiuti che come costi del servizio, come è chiaro da un’analisi più approfondita dei dati. Ama non ha pubblicato i bilanci 2017 e 2018, ma negli anni precedenti l’azienda ha sempre chiuso in pareggio. Dato che i ricavi complessivi di Ama dipendono dal contratto con il comune di Roma, il buco di bilancio può eventualmente derivare anche da non pagamenti da parte del Comune per taluni dei servizi richiesti. Secondo gli ultimi dati disponibili, il 90 per cento delle entrate di Ama dipendevano infatti dai ricavi di Roma Capitale.
Il dato di bilancio dice dunque molto poco, perché siamo in un contesto dove i ricavi dipendono dal committente stesso, vale a dire il Campidoglio. Il controllore e la controllata sono di fatto la mano destra e sinistra dell'amministrazione. Ama ricorda un altro caso di un’altra tragica municipalizzata sempre del comune di Roma e che funziona allo stesso modo, Atac. Nel caso dell’azienda di trasporto pubblico locale, il prezzo del biglietto dice ben poco, così come le eventuali perdite. Perché tutto questo? Il prezzo del biglietto a Roma è pari a un euro e mezzo, quando in realtà il costo di tale biglietto è pari a sei euro. La differenza è pagata dai contribuenti tramite le perdite ripianate (e debiti non pagati) e dai sussidi pubblici. Lo stesso in questo caso il pareggio di bilancio o un’eventuale perdita non dicono assolutamente nulla sull’efficienza del servizio di Ama. E non stiamo parlando di spazzatura nelle strade, quanto del costo per la gestione della raccolta dei rifiuti nella città capitolina.
Un dato interessante è dunque quello del costo per tonnellata di rifiuto, un dato “tragico” per la città di Roma: siamo ad oltre 400 euro per tonnellata, oltre 150 euro in più rispetto al Friuli Venezia Giulia, dove c’è invece il servizio più efficiente a livello italiano. Se si avesse un servizio al costo del Friuli Venezia Giulia, i cittadini di Roma potrebbero risparmiare oltre 300 milioni di euro l’anno. Una cifra monstre, specialmente adesso che il governo ha deciso di spalmare su tutti gli italiani il debito accumulato nel corso degli anni dalle diverse amministrazioni a Roma.
E' chiaro che il servizio è più complesso a Roma e dunque l’inefficienza effettiva è di oltre 110 milioni di euro l’anno rispetto ad un servizio efficiente. Una situazione che, chiaramente, non dipende solo dall’amministrazione Raggi. Tuttavia non si può dire che negli ultimi anni le cose siano dimostrate (e anche qui il parallelo con Atac è immediato).
Quello che dovrebbe sconvolgere quindi sono sia l’inefficienza del sistema dei rifiuti su Roma sia quella del sistema dei trasporti. Sommate insieme portano a un appesantimento del bilancio di Roma Capitale e a un accumulo di debito. Al posto di andare verso un sistema di gara trasparente ed efficiente, vale a dire una liberalizzazione di queste utilities, si è deciso di confermare questi due monopoli pubblici, grandi serbatoi di voti.
E' meglio mantenere l’inefficienza piuttosto che andare a gara e cercare di migliorare i servizi con dei costi più bassi? Questo dovrebbe sconvolgere i romani e gli italiani che stanno pagando per il debito di Roma piuttosto che le parole del sindaco (anche se non di buon gusto). Se si continua così, a causa anche dell’accumulo degli sprechi nelle municipalizzate, si arriverà ben presto all’emissione di debiti a livello spazzatura per tutta l’Italia.
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