Sui migranti Salvini chiede all'Ue di fare quello che l'Ue ha già deciso. Senza di lui

Il vicepremier vuole ridistribuire in Ue i 140 naufraghi a bordo della nave Gregoretti della guardia costiera. Proprio come deciso nel vertice di Parigi al quale il ministro leghista non ha partecipato. Nuovo allarme per un barcone a sud di Malta

Dopo il naufragio di ieri, il più disastroso del 2019 in termini di vittime, sulla questione migranti sembra preannunciarsi un nuovo “caso Diciotti”. Non sono infatti solo le navi dell'ong a finire al centro della battaglia navale di Matteo Salvini. Ma anche quelle della Guardia costiera. “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa di tutti i 140 (per la precisione 141, ndr) migranti a bordo. Vediamo se alle parole seguiranno i fatti”, ha detto il ministro dell'Interno. La nave alla quale si riferisce il leader del Carroccio è la Gregoretti della guardia costiera italiana, ancora in attesa di destinazione del porto dove potere sbarcare i naufraghi soccorsi ieri in due operazioni distinte in acque Sar maltesi. Cinquanta persone sono state trasbordate da un gommone, dopo il soccorso del peschereccio Accursio Giarratano, un vascello commerciale autorizzato alla pesca d’altura che ha applicato quanto previsto dal codice di navigazione e dalle convenzioni internazionali. Gli altri 91 erano su un altro gommone segnalato da un peschereccio tunisino. Intanto, poco prima delle tre di oggi, Alarm Phone ha segnalato la presenza di una barca in pericolo con circa 60 persone a sud di Malta. “I migranti affermano di aver trascorso oltre 40 ore in mare e di essere rimasti senza acqua. L'ultimo contatto è stato effettuato oltre 3 ore fa. La situazione è critica. Le autorità maltesi sono state informate”, ha scritto su Twitter.

 

      

Fonti del Viminale avevano riferito, nel primo pomeriggio, che il governo italiano ha ufficialmente interpellato la Commissione europea affinché coordini le operazioni di ricollocamento. La Commissione ha ricevuto dall'Italia la richiesta, ha reso noto una portavoce di Bruxelles. L'Ue quindi sembra disposta a coordinare una ridistribuzione su base volontaria, come già fatto in numerose occasioni in passato. “Come ha già fatto in molti casi simili in passato, ora prenderà contatti con gli stati membri in tal senso”, ha spiegato un portavoce della Commissione. Una risposta al “alle parole seguiranno i fatti” che è ormai diventato il fondamento della retorica del Viminale. Ma il tormentone salviniano ha anche un'altra falla: la richiesta all'Ue di coordinare la ripartizione dei migranti era stata proposta nel vertice dei ministri dell’interno Ue al quale Salvini ha deciso di non partecipare. Nella riunione, 14 paesi hanno stabilito un “meccanismo di solidarietà” che preveda la redistribuzione su base volontaria e in tempi brevi dei migranti che arrivano in Europa via mare. Un primo passo per superare il tanto criticato regolamento di Dublino.

  

L'incontro francese è stato criticato da molti, Salvini in testa, perché Parigi non è la sede “ufficiale” per discutere il tema. È vero, ma in realtà, come ricorda il Sole 24 Ore, “Salvini e la Lega hanno una lunga tradizione di assenze e rinvii quando si tratta di parlare di migranti nell’unica sede intitolata a modificare la legislazione di Bruxelles in materia. L’Europa, appunto. Nella scorsa legislatura del Parlamento Ue, dove Salvini ha ricoperto la carica di eurodeputato dal 1 luglio 2014 al 22 marzo 2018, la Lega avrebbe avuto diverse chance di intervenire sulla questione migratoria. Non è andata così. Il dato più eclatante, mai smentito dal Carroccio, è che nessun rappresentante della Lega ha mai preso parte alle 22 riunioni negoziali del Parlamento per una riforma del regolamento di Dublin. [...] Uno fra gli emendamenti proposti dal Parlamento era l'eliminazione del principio di prima accoglienza: la regola che obbliga a inoltrare la domanda di asilo nel paese di primo approdo, anche se l’obiettivo è di migrare altrove in un secondo momento. In teoria si sarebbe trattato dello stesso obiettivo indicato dal governo Lega-Cinque stelle, fin dal 'contratto di governo' siglato in occasione dell’alleanza dell’esecutivo”.

  

   

Sergio Scandurra di Radio Radicale spiega che Salvini ha già impedito lo sbarco a navi militari o della Guardia costiera: il caso più noto è quello della nave Ubaldo Diciotti della Guardia costiera italiana, che il 16 agosto 2018 ha soccorso 190 persone nelle acque internazionali al largo dell’isola di Malta. Il 20 agosto, al momento dell’approdo nel porto di Catania, il comandante ha ricevuto un divieto di sbarco, autorizzato solo a mezzanotte del 26 agosto. La vicenda portò alla richiesta di rinvio a giudizio per Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato. Al vicepremier leghista è stato però garantito un salvacondotto dal M5s che gli ha garantito l'immunità in seguito al voto su Rousseau, la piattaforma online del Movimento, e a quello successivo in Senato. Ma c'è stato anche il caso della nave della Guardia di finanza Monte Sperone e della Protector di Frontex bloccate a Pozzallo.

  

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