Arrivederci al prossimo caso Gregoretti
Su Facebook Salvini annuncia che i 116 migranti sulla nave della Guardia costiera saranno redistribuiti tra cinque paesi. Ma è una toppa, più che un successo diplomatico
Da una parte il pugno duro del ministro dell’Interno Matteo Salvini, dall’altra l’apertura estemporanea del presidente francese Emmanuel Macron. La vicenda della nave “Gregoretti” della Guardia costiera, con a bordo 116 migranti da sei giorni ferma al porto di Augusta, va verso la risoluzione. Ma l’impressione è, come al solito, che la partita politica più ampia – quella per raggiungere una soluzione automatica e obbligatoria per redistribuire i migranti tra i paesi dell’Ue – resti ancora un’utopia e che la fermezza del Viminale non sia d’aiuto.
Con una diretta Facebook, Salvini ha i toni di chi vuole minimizzare le polemiche di questi giorni per un presunto nuovo caso Diciotti. Il ministro fa capire che, secondo lui, si è fatto tanto rumore per nulla: “Problema risolto – tranquillizza – Cinque paesi europei Germania, Portogallo, Francia, Lussemburgo, Irlanda e alcune strutture dei vescovi in Italia (che ne accoglieranno 50, ndr) si faranno carico dei 116 migranti a bordo”. “Vediamo se la stampa ne parlerà”, incalza il ministro, che dimostra una certa ansia nel volere fare passare l’esito della vicenda come un suo successo diplomatico. Il risultato, però, è come al solito una soluzione estemporanea, con cinque paesi europei che hanno offerto il loro sostegno su base meramente volontaria per accogliere poche decine di migranti. Lo stesso identico schema già replicato in tutte le altre controversie innescate da Salvini in quest’anno di governo. Difficile credere che la prossima volta non si assisterà allo stesso tragico e infruttuoso esito.
Une solution européenne a été trouvée pour les femmes et les hommes bloqués sur le navire Gregoretti. Ils vont débarquer en Italie, puis seront accueillis dans 6 pays, dont la France. Notre pays est fidèle à ses principes : responsabilité, solidarité et coopération européenne.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) July 31, 2019
Lo fa capire anche il presidente Macron, che poco dopo twitta: “E’ stata trovata una soluzione europea per le donne e gli uomini bloccati sulla nave Gregoretti. Sbarcheranno in Italia, quindi saranno accolti in 6 paesi (per Salvini invece sono 5, ndr), tra cui la Francia. Il nostro paese è fedele ai suoi princìpi: responsabilità, solidarietà e cooperazione europea”. La soluzione europea ventilata da Parigi è in verità una toppa che pochi volenterosi hanno messo per evitare che la situazione a bordo della nave italiana peggiorasse.
Ieri, la procura di Siracusa ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato per individuare le responsabilità del lungo stallo. Il procuratore reggente di Siracusa, Fabio Scavone, aveva inviato tre consulenti della procura, tra cui un carabiniere dei Nas. L’esito della verifica a bordo evidentemente è stato negativo, come confermato oggi dallo stesso Scavone: “A bordo della Gregoretti abbiamo nel complesso 29 persone affette da patologie diverse, tra cui 25 casi di scabbia, uno di tubercolosi, più altri casi di cellulite infettiva”. Il rischio che la situazione sanitaria a bordo della Giorgetti potesse peggiorare ancora era concreto e per il Viminale la necessità di accontentarsi di una soluzione rapida si è fatta più impellente. Nella diretta Salvini ha lamentato, stupito, la denuncia di Legambiente Sicilia per il sequestro di persona dei migranti a bordo. “Avevo chiesto qualche giorno per risvegliare le coscienze, perché sono tutti bravi e buoni con i porti degli altri – continua Salvini – non siamo il campo profughi d'Europa. Non so se mi costerà un altro tentato processo, ma ho le spalle grosse”.
Ma Salvini insite sulla stessa linea tenuta finora e annuncia una nuova, ennesima querelle, stavolta nei confronti di una nave ong, la Alan Kurdi. Sempre su Facebook il ministro ha annunciato che le impedirà l’accesso nelle nostre acque territoriali: “Firmerò il divieto di ingresso nelle acque italiane di una nave di una ong tedesca con 40 persone a bordo. Sappiamo tutti dove possono andare, non certo in Italia”. L'ennesimo rifiuto di Salvini avviene in risposta alla richiesta del collega tedesco Horst Seehofer che ieri aveva invitato a non far rimanere le navi con i migranti bloccate in mare per giorni “No amico mio, non apriamo niente, i porti restano chiusi”.