Cosa non torna nella (ennesima) nuova versione della Link Campus su Mifsud
Il professore maltese e George Papadopoulos si conoscevano già? Perché non regge quanto detto dall'università. Tutte le strade del Russiagate portano a Roma
Roma. Ieri Giuseppe Conte è stato ascoltato al Copasir, dove è stato convocato per chiarire alcuni aspetti del Russiagate americano. O meglio, dell’indagine dell’Amministrazione Trump sull’inchiesta che il procuratore speciale Robert Mueller ha condotto sulle interferenze russe nelle elezioni americane: Trump è convinto che l’indagine di Mueller sia stata un complotto dei servizi occidentali, inclusi quelli italiani, contro di lui. E per questo motivo ha inviato in Italia il ministro della Giustizia William Barr per fare luce su Joseph Mifsud, il professore della Link Campus – da due anni scomparso nel nulla – che nel 2016 rivelò all’advisor di Trump George Papadopoulos l’esistenza di migliaia di email di Hillary Clinton in mano al governo russo. E’ un agente russo come dice l’ex direttore dell’Fbi James Comey, o un agente provocatore occidentale come sostiene Trump? Sono diversi i punti sui quali Conte è stato chiamato a fare chiarezza, riguardanti il perimetro degli incontri riservati tra Barr e i vertici della nostra intelligence. Ma l’aspetto più importante della storia, chiarito in maniera inequivocabile dal premier, è che “la nostra intelligence è estranea in questa vicenda” e anche Barr ha riconosciuto “che loro non hanno elementi di segno contrario”. Nessun complotto dei servizi italiani d’accordo con l’Fbi, quindi.
Ma il presidente del Consiglio non è l’unico a dover fornire spiegazioni sul ruolo dell’Italia nel Russiagate. C’è anche un’altra istituzione, stavolta privata ma con una funzione pubblica: la Link Campus. Che è un po’ l’epicentro di questo intrigo internazionale. Si tratta infatti dell’Università di Mifsud, quella che attraverso una società di cui il professore era anche socio gli pagava l’affitto di un appartamento in cui ha vissuto anche durante la clandestinità. La Link è anche l’ultimo posto in cui Mifsud è stato visto ed è il luogo in cui ha incontrato il trumpiano Papadopoulos per la prima volta.
Ma è proprio su quest’ultimo punto che ora si vogliono rimischiare le carte. Come riportato in un articolo di Avvenire, che ha avuto accesso ad alcune email tra Mifsud e l’Università di Vincenzo Scotti, Mifsud e Papadopoulos non si sarebbero incontrati per la prima volta a Roma ma “si conoscevano già a Londra, prima dell’incontro alla Link”. Questa è almeno la versione che fa filtrare l’Università. I due, dice la nuova teoria, facevano entrambi parte del London Centre of International Law Practice (Lcilp), un “misterioso e chiacchierato centro”: è qui “che si annidano le vere radici di Mifsud e anche il primo, vero incontro con Papadopoulos”, scrive Avvenire sulla base delle informazioni della Link. Infatti Mifsud aveva un ruolo dirigenziale in questo centro diretto dal sudanese Nagi Idris, che Mifsud propone alla Link come professore ma che “non vi insegnerà mai”. E’ proprio in questo centro, il Lcilp – prosegue la versione Avvenire-Link –, che da febbraio 2016 lavora Papadopoulos prima di essere assunto da Trump. Così, quando il mese successivo viene organizzato alla Link un meeting in cui viene invitata una delegazione del Lcilp, di cui fa parte Papadopoulos, i due già si conoscevano. Secondo questa versione riportata da Avvenire, basata su alcune email tra Scotti e Mifsud, la Link non c’entrerebbe più nulla: i due protagonisti del Russiagate si erano già conosciuti lontano da Roma, in un centro che nulla ha a che fare con la Link.
Il problema è che questa versione non regge alla prova dei fatti. Innanzitutto nel 2016 la Link con questo “misterioso e chiacchierato centro” ha firmato un accordo per “diventare avvocato in Inghilterra” (accordo poi scomparso dal sito). Inoltre sempre il Lcilp era uno dei partner del master in “African studies” della Link. Non si può dire inoltre che l’offerta di Mifsud di accogliere il direttore di questo ambiguo centro londinese, il sudanese Nagi Idris, sia stata respinta dalla Link. A differenza di quanto riporta avvenire, nei suoi curriculum Nagi Idris si qualifica come “visiting professor” della Link Campus e, nel 2017, sul sito dell’Università romana risulta essere “docente straniero di Storia economica”.
Infine la novità più rilevante, quella che dovrebbe ribaltare tutta la storia ed escludere la Link: Papadopoulos e Mifsud si erano già conosciuti a Londra. Ma non è così. Che Papadopoulos e Mifsud fossero entrambi affiliati al Lcilp non è certo una novità, è un elemento noto da tempo e già sottolineato dal rapporto Mueller. Ma l’uomo di Trump ha lavorato nel centro londinese solo per un mese, senza avere il tempo di incontrare Mifsud. Il procuratore Mueller e Papadopoulos hanno visioni opposte sull’inchiesta e sul ruolo di Mifsud, sui russi e sui servizi occidentali, solo su un punto concordano: Joseph Mifsud e George Papadopoulos si sono incontrati per la prima volta il 12-14 marzo 2016 alla Link Campus a Roma. Un’altra occasione per fare chiarezza è stata usata per fare confusione.