Quelle cinque lettere che non sono bastate a evitare il crollo del viadotto Albiano
Il sindaco di Aulla: “Ho iniziato a scrivere all'indomani del cedimento del ponte Morandi”. Ma Anas ribadisce: “Sopralluoghi e verifiche periodiche non hanno evidenziato criticità”. Il ministro De Micheli istituisce una commissione d'inchiesta
Il viadotto e le sue cinque arcate “grandiose”, come le definirono i giornali del 1908 salutando l’inaugurazione dell’opera progettata dal professor Attilio Muggia poi abbattuta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ricostruita dopo la fine delle ostilità, sono venuti giù tutti insieme portando con sé nel letto del fiume Magra quasi seicento metri di statale 330 fra Albiano Magra, in provincia di Massa Carrara, e Santo Stefano Magra, in provincia di La Spezia. Nessuno si è fatto male, ed è un miracolo che quel viadotto di norma attraversato da centinaia di auto e mezzi pesanti ogni giorno, sia venuto giù in tempo di lockdown da coronavirus. Ma a distanza di un anno e mezzo dal crollo del ponte Morandi quelle immagini hanno riaperto ferite non ancora cicatrizzate.
“Mi si è accapponata la pelle – ammette il presidente della Provincia di Massa Carrara Gianni Lorenzetti dalla quarantena della sua casa dove attende il secondo tampone per sapere se è finalmente guarito dal coronavirus – sono passati minuti lunghissimi prima che potessi tirare due sospiri di sollievo. Il primo perché non ci sono state vittime, il secondo perché quel viadotto dal 2018 non è più sotto la nostra competenza”.
E infatti è all’Anas che nell’ultimo anno la provincia di Massa Carrara e il Comune di Aulla (di cui Albiano Magra è frazione) si sono rivolti a più riprese per segnalare che sulla struttura di quel viadotto c’era qualcosa che non andava. “In questi mesi ho inviato cinque lettere all’ente per le strade per segnalare criticità sulla stabilità del ponte. Adesso è crollato, collassato su stesso”, ripete il sindaco di Aulla Roberto Valettini. L’ultima, ed era novembre, dopo le molte segnalazioni di automobilisti allarmati per una vistosa crepa che si era aperta sulla sede stradale dopo alcuni giorni di pioggia.
“Lo stato di preoccupazione è elevato – scriveva il sindaco rivolto all’Anas di Firenze, alla Provincia di Massa Carrara, al comando dei vigili del fuoco di Massa, al Genio Civile di Massa e all’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale –significhiamo agli enti in indirizzo la necessità di avere riscontri approfonditi sullo stato del ponte medesimo, così da poter ricevere e fornire dati ed elementi di assoluta tranquillità alla popolazione, che versa in un ben comprensibile stato di forte preoccupazione”. Anche in quell’occasione la risposta dell’Anas, dopo un sopralluogo a cui aveva partecipato lo stesso Valettini era stata chiarissima. “Non sussistono condizioni di pericolosità per il ponte”, aveva spiegato il Comune via Facebook.
La stessa cosa, del resto, Anas l’ha messa nera su bianco rispondendo ad una delle molte segnalazioni inviate dall’amministrazione di Aulla. “Il viadotto Albiano in questione (già attenzionato e sorvegliato da personale Anas) non presenta al momento criticità tali da compromettere la sua funzionalità statica. Sulla base di ciò non sono giustificati provvedimenti emergenziali per il viadotto stesso”, aveva scritto il Responsabile dell’area compartimentale Toscana, l’ingegner Vincenzo Marzi.
“L’eliminazione degli ammaloramenti esistenti – prosegue la lettera Anas – rientra nella fattispecie fra quegli interventi di manutenzione programmata per i quali a suo tempo è già stata attivata la relativa procedura interna funzionale al reperimento dei fondi necessari a finanziare il loro completo ripristino attraverso una più mirata progettazione esecutiva”.
“Ho iniziato a scrivere queste lettere all'indomani del crollo del ponte Morandi, per impegnare Anas a intervenire su questo ponte perché le segnalazioni dei cittadini erano numerose – ha spiegato Valettini in un lungo video postato su Facebook – Si chiedeva un'urgente verifica dello stato strutturale del viadotto. Poi ho chiesto i sopralluoghi. Sono stati fatti ed è stata rassicurata questa amministrazione comunale e sono stati rassicurati i cittadini. Ho scritto di nuovo e ho fatto venire gli ingegneri dell'Anas che non hanno ritenuto che vi fossero problemi di sorta. Ho fatto anche un intervento nell'agosto del 2019 e un altro il 4 novembre del 2019, all'indomani di quella fessurazione che sul ponte mi era stata significata, per esprimere grossa preoccupazione per lo stato del ponte”.
“Il pronto sopralluogo del personale Anas – ha proseguito il sindaco – ha significato che non vi erano criticità, ma ho chiesto di avere riscontri approfonditi per poter ricevere e fornire dati di assoluta tranquillità alla popolazione. Alle lettere inviate, agli incontri richiesti, non solo perché venissero fatti sopralluoghi ma anche perché venissero fatte approfondite indagini penetrometriche vi sono state le risposte sia verbali che scritte: una in agosto del 2019 e una a novembre dello stesso anno. E in quella di novembre è stata messa la fotocopia della risposta data ad agosto, quasi a dire che stavamo esagerando nel chiedere le cose”.
“Questa mattina – ha concluso Valettini – ho ricevuto la telefonata del ministro dei lavori pubblici, dell'amministratore delegato di Anas, a cui ho fatto presente che occorre che vi siano interventi solleciti perché anche se non c'è stata una tragedia, ci sono problemi per la viabilità, per i trasporti, per il commercio, per le aziende e le realtà economiche”.
Al momento il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha istituito presso una Commissione di inchiesta per fare chiarezza sull'accaduto e accertare le responsabilità. E anche Anas annuncia la creazione di “una commissione di indagine per accertare la dinamica e le cause del crollo”. “L’opera, unitamente a tutta l’arteria, è entrata in gestione ad Anas a novembre del 2018 – è spiegato in una nota della società – A partire dal 2019, il ponte è stato oggetto di sopralluoghi e verifiche periodiche, anche rispetto a segnalazioni degli enti locali, che non hanno evidenziato criticità”.
generazione ansiosa