Cronache covid dal bagno Piero al Forte dei Marmi (no plexiglass)

David Allegranti

150 posti all'ombra, 60 dipendenti. "Sarà un’estate diversa, dovremo convivere con questa brutta bestia. L’importante però è che le spiagge rimangano inclusive", ci dice il proprietario Roberto Santini

Roma. Il “Bagno Piero” al Forte dei Marmi c’è dal 1933. Centodue metri fronte mare per cento metri di profondità. Roberto Santini, il proprietario, ha 150 posti all’ombra tra tende e ombrelloni, “ma quest’anno ne ho tolti 18. Sarà un’estate diversa, tutti dovremo convivere con questa brutta bestia. L’importante però è che le spiagge rimangano inclusive”. Da lui per la stagione, che dura tre mesi e mezzo, lavorano 60 persone e il destino di questi lavoratori, dice, “è il mio più grande cruccio. La mia ansia di aprire viene da qui. Non si parla di numeri ma di persone, con mutui e figli, e la stagione balneare è il loro reddito principale. Il nostro obbligo come imprenditori è dare certezze a loro. Purtroppo qualcuno non posso assumerlo finché non riapriamo, anche se ho cercato di dare più garanzie possibili. In questo momento però non so come e quando aprirò”.

 

Santini ha appena ricevuto le direttive dell’Inail “sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SarsCoV-2 nelle attività ricreative 
di balneazione e in spiaggia” ed è molto perplesso. “Anzitutto, e questo vale per noi balneari ma per chiunque faccia impresa in Italia, considerare il contagio del coronavirus come un infortunio sul lavoro ha delle conseguenze fortissime su tante piccole imprese. Spesso il legislatore emana leggi senza vedere cosa succede a valle, con norme che colpiscono tantissime piccole-medie imprese, cioè l’asse portante di questo paese. Insomma, non tutti sono Fca: con questi protocolli, difficilmente un’azienda a conduzione famigliare avrà gli strumenti per potere rispondere a questa esigenza”. Quanto alle distanze, le modalità d’ingresso e di permanenza nelle strutture, dice Santini, “è bene che tutto questo sia rivisto tra le parti sociali, i sindacati, le associazioni di categoria. Queste distanze sono un problema, non tanto per le spiagge del Forte dei Marmi, ma per quelle della Liguria o dell’Emilia-Romagna, che avranno grossi problemi”. Le restrizioni imposte dalle linee guida sugli stabilimenti balneari sono molte. “Ma ce n’è una che non accetto. Quella che impedisce a un bagnino di salvare qualcuno facendo la respirazione bocca a bocca. Nel nostro mestiere purtroppo capita di dovere andare in mare a prendere le persone che si sono sentite male. Trovo aberrante che un protocollo dell’Inail mi impedisca di salvare una persona attraverso alcune manovre preziose. Su Medical Facts, il sito di Roberto Burioni, di cui mi fido, ho letto l’articolo di un virologo che spiega perché sia una sciocchezza”.

 

L’articolo citato da Santini è del virologo Guido Silvestri, secondo cui chi “ha scritto questa ‘regola’ sosterrebbe che, di fronte a un annegamento, o a un arresto cardio-respiratorio, si dovrebbe lasciare morire una persona (facendo una Cpr a metà)”, per evitare che un altro, il soccorritore, scrive il dottor Silvestri, “corra il rischio – più o meno remoto – di infettarsi con un virus che ha il 2-3 per cento di mortalità (e anche molto meno se si presume, come logico, che il soccorritore sia una persona relativamente giovane e sana). Assurdo!”. Ecco, dice Santini, “per me salvare qualcuno che s’è sentito male in mare è fondamentale. Vorrà dire che mi ammalerò di Covid. Grazie al cielo abbiamo delle strutture sanitarie che funzionano, dove c’è la possibilità di essere curati. C’è un sistema sanitario che funziona. Meglio fare i tamponi, aumentare i Covid Center e i posti nelle terapie intensive. Questi dovrebbero essere i parametri per vedere se possiamo riaprire e in che modo farlo”.

 

Altro che plexiglass in spiaggia insomma, dice Santini: “Cito Fantozzi: ‘E’ una cagata pazzesca’. Noi abbiamo già montato gli ombrelloni e le tende. Le tende sono a 4 metri di distanza, gli ombrelloni a sei. Ma di plexiglass non voglio sentire parlare. La spiaggia deve essere inclusiva, deve permettere a tutti di andare e di godersi il mare”. Per questo Santini, che gestisce anche una spiaggia comunale di Forte dei Marmi, ha proposto al sindaco di mantenere una distanza di 5 metri per 5. “Queste distanze mi parrebbero sufficienti. Io trovo assurdo che in un autobus, al chiuso, uno possa stare a un metro da un’altra persona e che all’aperto, sulla spiaggia, ci debbano essere distanze così grandi”.

 

Così come per Santini non ha senso che tutti riaprano nello stesso momento. “Ormai è tardi ma sarebbe stato opportuno fare uno stress test per tempo. E’ inutile che adesso ci ridiano il via libera per tutti, che sia il primo o il dieci di giugno. Trovandoci in una situazione completamente nuova, sarebbe stato giusto affrontare le cose in maniera diversa. Qualcuno con protocolli di sicurezza adeguati avrebbe dovuto fare da cavia e riportare poi l’esperienza agli altri, preparando la riapertura in maniera contingentata. Se riapriamo i bagni quando saranno consentiti i movimenti interregionali, ci troveremo in una situazione devastante”.

 

E quindi, che fare? “Io vorrei che riscoprissimo intanto un galateo. L’educazione civica potrebbe salvarci, anche nelle piccole cose, come scansarci quando camminiamo sulla passerella. San Paolo dice: ‘Sopportatevi a vicenda’”. Nel 2020 direbbe sopportatevi e scansatevi.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.