editoriali
Il ritardo intollerabile su Regeni
L’Egitto è un partner naturale dell’Italia, ammetta le sue responsabilità
“L’Egitto dia risposte concrete sull’omicidio di Giulio Regeni entro dicembre o ci saranno conseguenze su tutto: dai rapporti diplomatici a quelli economici”. E’ una dichiarazione del 30 novembre 2018 dell’allora vicepremier Luigi Di Maio. Dava un mese di tempo al governo del Cairo, ne sono passati diciotto e non c’è stato alcun risultato. Di Maio è diventato ministro degli Esteri, le indagini che dovrebbero chiarire chi ha torturato e trucidato uno studente italiano non hanno fatto progressi in quattro anni. Intendiamoci: l’Egitto è un paese da ottanta milioni di persone in crescita sull’altra sponda del Mediterraneo ed è un partner naturale dell’Italia.
E’ inevitabile che ci siano molte questioni sulle quali ci si dovrebbe accordare e l’acquisto di due fregate Fremm di Fincantieri è soltanto una di queste. C’è la guerra civile in Libia, ci sono gli enormi giacimenti di gas scoperti da Eni davanti alla costa egiziana, ci sono innumerevoli dossier. Il caso Regeni avrebbe dovuto essere risolto molto tempo fa. E’ molto probabile che ci siano responsabilità dentro l’apparato di sicurezza egiziano, è anche molto probabile che l’incriminazione dei responsabili non farà crollare il cielo e che l’Egitto resterà al suo posto. Qualche generale dei servizi del Cairo potrebbe dover pagare, non pare un sacrificio troppo grosso per sbloccare e fare tornare alla normalità i rapporti fra due paesi vicini e importanti. Il governo italiano non deve premiare la linea attendista del governo egiziano, che aspetta che il caso Regeni sbiadisca nella memoria, deve risolvere la questione in primo luogo perché ci si attende giustizia e in secondo luogo perché ne va della credibilità del paese – che è importante, perché dalla credibilità dipendono molte questioni. E invece sembra paralizzato, non riesce a portare a casa un risultato concreto e rischia così che ogni decisione presa fra l’Italia e l’Egitto sembri per sempre un tradimento nei confronti di Giulio Regeni.
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