La metro C di Roma è ancora ferma. Il consorzio disperato: “Commissariate la Raggi”
Altro che Semplificazioni. Opere pubbliche bloccate, burocrazia e le “talpe” che dovrebbero scavare la nuova linea ferme da mesi (e a rischio guasto) a poche centinaia di metri dalla meta
L'idea è provare ad approfittare dell'onda lunga del decreto Semplificazioni, quello che dovrebbe sbloccare le grandi infrastrutture, e dare un'oliata pure alla terza metro di Roma. Anche a costo di tornare allo scontro con il Campidoglio. La soluzione è chiara: bisogna commissariare il Comune. La proposta di nominare il prima possibile “un commissario straordinario, da individuarsi preferibilmente tra le cariche di più alta rappresentanza degli enti finanziatori che meglio conoscono le problematiche da affrontare” arriva dal Consorzio metro C – contraente generale della grande opera. Il consorzio ha scritto una lettera (la potete vedere nella gallery qui sopra) alla presidenza del Consiglio, dopo avere constatato lo “stato di paralisi operativa e gestionale in cui versa la realizzazione della linea C, per effetto dell'assoluta inerzia dimostrata dall'amministrazione nel compimento dei doverosi atti di competenza”.
Quello romano è uno dei cantieri pubblici più onerosi aperti in Italia, costato finora tre miliardi di euro. L'opera attende la conclusione dei cantieri per le fermate Amba Aradam e Colosseo e l'avvio di quello per la stazione a piazza Venezia. Le “talpe” per proseguire il tunnel fino a piazza Venezia sono ferme da quasi quattro mesi. Il consorzio sottolinea nella lettera che è di "gravità inaudita che, a distanza di sette mesi dalla delibera con cui nel dicembre 2019 è stato finanziato il prolungamento della galleria fino a piazza Venezia, l'amministrazione non abbia ancora rimosso gli ingiustificabili ostacoli di ordine burocratico che continuano ad impedire l'approvazione del relativo progetto”. E così diventa “sempre più incombente il rischio di vedere irreversibilmente danneggiate le macchine adibite allo scavo della galleria, a causa del loro prolungato fermo, vanificando ogni sforzo per evitare la cementazione nel sottosuolo di via dei Fori Imperiali”.
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