Un mondo senza atomiche. La lettera al Foglio dell'ambasciatore del Giappone
Le bombe su Hiroshima e Nagasaki e l'impegno necessario affinché tutto questo non accada più. Il messaggio di Hiroshi Oe nel giorno del 75esimo anniversario dell'annuncio dell'accettazione dei termini di resa che portò alla fine della seconda guerra mondiale
Il 15 agosto del 1945 l'imperatore del Giappone Hirohito lesse alla radio l'annuncio dell'accettazione dei termini di resa formulati dagli Alleati. La seconda guerra mondiale terminò, almeno ufficiosamente, quel giorno di 75 anni fa. Tra ufficioso e ufficiale ci sono 18 giorni di differenza, quelli che ci vollero per la firma dell'atto di capitolazione del Giappone, che avvenne il 2 settembre.
Di seguito trovate la lettera che l'ambasciatore del Giappone in Italia Hiroshi Oe ha scritto per Il Foglio.
Quest’oggi, nel giorno del 75esimo anniversario dalla fine del secondo conflitto mondiale, desidero esprimere il mio più sincero pensiero alle anime di quanti vi hanno perso la vita. Guardando indietro a quel passato, tutti noi non possiamo che rinnovare il nostro profondo sentimento di rispetto per la pace.
Comunanza tra Italia e Giappone
I nostri due Paesi condividono numerosi tratti: forti della loro lunga storia, tengono in grande considerazione tradizione e cultura; per entrambi, nell’economia nazionale, l’industria manifatturiera occupa un posto di rilievo, e la perizia artigianale costituisce un’eccellenza; entrambi si trovano, inoltre, ad affrontare analoghe problematiche sociali, come l’alto tasso di invecchiamento della popolazione. Tra gli innumerevoli punti in comune, tuttavia, ritengo doveroso sottolineare l’amore che entrambi i popoli nutrono per la pace. Per citare soltanto la legge fondamentale dei due Paesi, emergono infatti elementi comuni di primaria importanza, a cominciare dall’articolo 9 della Costituzione del Giappone e dall’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana che riguarda il ripudio alla guerra. Anche se molte abitudini sono cambiate con la pandemia, possiamo senz’altro affermare che è rimasto e rimarrà invariato il sentimento d’amore per la pace da parte dei popoli dei due Paesi.
Un mondo senza armi nucleari
Prendendo in esame il tema della pace nell’ambito della comunità internazionale, non si può non citare la questione delle armi nucleari. È con sincera gratitudine che desidero ricordare le parole pronunciate il 6 agosto scorso dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha sottolineato che «Hiroshima e Nagasaki sono tutt’oggi un monito a mantenere e sviluppare accordi per garantire pace e sicurezza durature». Il Giappone, quale unico Paese ad aver subito i bombardamenti atomici durante la guerra, ha il dovere di porsi alla guida dell’impegno della comunità internazionale per la realizzazione di “un mondo senza armi nucleari”. Quest’anno segna, in particolare, la memorabile ricorrenza del 75mo anniversario dei bombardamenti atomici; il nostro Paese continua a farsi intermediario nei riguardi degli Stati che rimangono su posizioni differenti e sollecitando con tenacia il dialogo tra Paesi e le loro azioni. L’anno in corso, inoltre, segna sul calendario il 50mo anno dall’entrata in vigore del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Affinché esso continui a svolgere una valida funzione di sostegno a livello internazionale al disarmo e alla non proliferazione nucleare, il nostro Paese continuerà a dare un contributo attivo, facendo appello ai vari Stati per la prosecuzione di iniziative coese. Inoltre, a partire dal 1994, il Giappone ha sempre presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proposte di risoluzione per la messa al bando totale delle armi nucleari, che contemplano provvedimenti concreti e fattivi in vista di una loro completa abolizione; la risoluzione del 2019, ad esempio, ha ottenuto ampio sostegno da parte di 160 Stati, inclusa l’Italia.
Indo Pacifico libero e aperto
Oltre al Giappone, circondato dal mare, l’intera regione dell’Indo Pacifico si trova ad affrontare minacce quali pirateria, terrorismo, diffusione delle armi di distruzione di massa, calamità naturali, o tentativi di cambiare lo status quo. Pertanto, l’importanza della realizzazione, nella regione dell’Indo-Pacifico – che dall’Asia e dall’Oceano Pacifico si estende fino all’Oceano Indiano arrivando a toccare Medio Oriente ed Africa – di un ordine marittimo libero e aperto, basato sullo stato di diritto, è ampiamente condivisa dalla comunità internazionale. In tale contesto, il Giappone, attraverso la garanzia di un ordine internazionale basato su regole, ivi compreso lo stato di diritto, la libertà di navigazione, la risoluzione pacifica delle controversie, e la promozione del libero scambio, mira a promuovere pace, stabilità e prosperità nella regione, rendendo libero e aperto l’Indo-Pacifico, quale “bene pubblico internazionale”. I tre pilastri su cui si fonda l’iniziativa del Giappone per la realizzazione di un “Indo-Pacifico libero e aperto (Free Open Indo Pacific, FOIP)” sono la diffusione e l’affermazione di principi quali lo stato di diritto, la libertà di navigazione e il libero scambio; il perseguimento di una prosperità economica per tramite, ad esempio, del rafforzamento della connettività attraverso la messa a punto di “infrastrutture di alta qualità” che rispettino standard internazionali; misure volte alla pace e alla stabilità che comprendano, ad esempio, il supporto per una maggiore capacità di applicazione del diritto marittimo, la prevenzione della calamità o la non proliferazione. Attualmente tale visione è in progressiva espansione, dagli USA, all’Australia e all’India, fino all’ASEAN e all’Europa. Nell’incontro al vertice tra Giappone e Italia, tenutosi nell’aprile dello scorso anno, si è convenuto su una cooperazione volta alla collaborazione concreta per la promozione ed il rafforzamento di un “Indo Pacifico libero e aperto”. Il Giappone, in vista della realizzazione di tale missione, intende adoperarsi unendo le forze con i Paesi che condividono i medesimi intenti e contribuire a consolidare varie cornici di collaborazione in ambito regionale.
Contributo proattivo alla pace
Il principio fondamentale che anima il Giappone, quale Paese pacifico, rimane immutato. D’altronde, il contesto di sicurezza nel quale si trova il Giappone sta divenendo più serio, come dimostra, ad esempio, la prosecuzione dello sviluppo nucleare e missilistico da parte della Corea del Nord. In aggiunta, nel contesto attuale, minacce quali attacchi cibernetici o terrorismo internazionale possono con facilità valicare i confini nazionali. Al giorno d’oggi nessun Paese è in grado di garantire da solo la propria sicurezza. La stessa comunità internazionale si attende che il Giappone assuma un ruolo ancor più attivo per garantirne la pace e la prosperità. Sullo sfondo di tale realtà, un “contributo proattivo alla pace”, che si basa sul principio di cooperazione internazionale, costituisce il principio fondamentale delle politiche di sicurezza del Paese. Il Giappone intende contribuire, ancor più attivamente di quanto fatto finora, alla pace e alla stabilità della comunità internazionale e anche nella regione dell’Asia-Pacifico, garantendo al contempo la propria sicurezza.
Sono certo di poter affermare che Giappone e Italia, che condividono valori fondamentali, procederanno fianco a fianco nel perseguire pace e stabilità a livello globale.
L'atomica su Hiroshima, 75 anni dopo