Saverio ma giusto
L'autobus al volo
Con le nuove linee guida sui trasporti, non resta che aprire la finestra e lanciarsi nel vuoto
Funziona così: sui mezzi del trasporto pubblico locale, treni regionali compresi, la capienza massima sarà all’80 per cento rispetto a quella ordinaria, quindi considerando l’affluenza dei passeggeri nelle ore di punta non potranno salire né il controllore né il conducente; le persone sono invitate a occupare i posti a sedere, su cui hanno comunque la precedenza anziani (cioè la maggioranza del paese), invalidi (anche finti) e persone incinte (dopo il lockdown è picco di gravidanze isteriche, non solo fra le donne); si dovrà sempre rispettare il distanziamento fisico di almeno un metro, quindi i borseggiatori dovranno dotarsi di una pinza telescopica mentre i molestatori dovranno essere in possesso di un sierologico negativo non più vecchio di tre giorni per potertelo appoggiare; le distanze potranno non essere rispettate solo fra “congiunti”, “affetti stabili” e “gruppo abituale” (nuova definizione pseudo-giuridica nonché nuovo nome dei Pooh – il vecchio è diventato impronunciabile perché causava droplet potenzialmente virali); sui mezzi sarà prevista periodica sanificazione e costante ricambio d’aria, quindi reggetevi forte che porte e finestrini resteranno aperti anche durante la corsa; ovviamente resta l’obbligo di indossare la mascherina e – ah, già dimenticavo – di essere in possesso del biglietto. Il tutto derogabile (tranne il biglietto) in caso di viaggi inferiori ai 15 minuti: entro i 14 minuti e 59 secondi si può tranquillamente viaggiare in modalità carro bestiame, fissando l’orologio come fosse il timer di una bomba batteriologica.
Chi come me è utente del trasporto pubblico, alla lettura di queste linee guida si è fatto una bella risata e il segno della croce (dopo scrupoloso lavaggio delle mani): chi le ha pensate (queste regole, non le mani) evidentemente non ha mai preso un autobus, dove la scritta “Vietato parlare al conducente” è da sempre più ignorata del consenso femminile. Per non parlare dell’auspicio che in salita e discesa dai mezzi la gente mantenga ordine e distanza, “facendo salire/scendere il secondo passeggero solo dopo che il primo si sia seduto/sia sceso” e così via: praticamente l’idea di flashmob che hanno in Svizzera. Non so se tutto questo sia dettato più dalla fiducia nei cittadini o più dallo scaricabarile, di certo è un progetto molto ambizioso: se l’impresa riesce non sarà solo un grande esempio di ordine pubblico, ma anche il nuovo spettacolo dei Momix. Però è molto più probabile che il tutto fallisca in un miserabile assalto alla diligenza, fra ritardi mostruosi, gente ammassata e palpeggiamenti con mani non sanificate.
Dunque, come Fantozzi, non resta che aprire la finestra e lanciarsi nel vuoto: ma non per prendere l’autobus al volo, bensì per spiccarlo, il volo. Volare infatti, all’aria aperta, fra le correnti e a metri d’altezza da tutti, è a prova di virus – si rischia solo l’influenza aviaria in caso di tamponamento con un piccione. Riscopriamo il genio italico di Leonardo da Vinci e perfezioniamo le ali di Icaro: invece della cera, per attaccare le piume delle nostre ali usiamo certo gel disinfettante che si trova in giro. Non solo è appiccicosissimo e ti lascia le mani impiastricciate per ore, ma al sole si secca, garantendo così la tenuta della vostra struttura alare anche ad altitudini – e temperature – più alte. E se questa mia proposta vi sembra irrealistica, provate a rileggervi le linee guida per il trasporto pubblico locale.
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