Concita De Gregorio (foto LaPresse)

Desiderabile Concita De Gregorio, prima di gettarsi via col gender faccia due chiacchiere con l'animaccia di Pasolini

Andrea Marcenaro
Chiariamo subito. Nessuno pretende che si scriva di matrimonio gay, e quale minchia, addirittura europeo, ponendo come titolo al pezzo: “Figagate, si consegna l’ultimo ricercato”.

Chiariamo subito. Nessuno pretende che si scriva di matrimonio gay, e quale minchia, addirittura europeo, ponendo come titolo al pezzo: “Figagate, si consegna l’ultimo ricercato”. E nessuno pretende, Concita signorissima, che lei debba immaginare se stessa come noi maiali maschi, di destra, immancabilmente fantastichiamo: calze nere, due perle, guêpière, talmente stronza da perdersi di passione. Parliamoci in franchezza. Posso dirle che sembra, talora, l’innamorata di un travet che non esiste, così anelante alla correttezza politica da non farsi riconoscere? So che non è così: che lei privatamente cerca di eludere (non di evadere, di eludere per quanto è onesto) le tasse. Che capitò si scaccolasse il naso. O che perfino emise, quell’unica volta, un peto di nascosto. Sento che è umana. Lo avverto.

 

Ieri, però, ha parlato di matrimonio gay, sant’Iddio, come manco la madonna di Cuperlogorje: e cosa diremo al brufoloso che ci chiede, e la vita è la cosa, e la cosa è la vita, e due maschi si amano, e l’amore succede, e le canzoni lo raccontano, e l’Europa lo sa, e Cannes è Carol, e Carol è Cannes, e Cannes è lesbica, e peccato ci sia Quagliariello, e chi è Quagliariello per giudicare il Papa, e il Papa per giudicare le Quagliarielle (Scalfari dixit), e noi per giudicare voi, e voi noi, e loro loro, e che si sposino, allora, e due maroni flosci, mi consenta, Concita, che le fanno torto. Veniamoci incontro. Ammettiamo, per parte nostra, che la famiglia tradizionale sia una camera a gas. Femminicida? Pure. Che l’unico a trombare con profitto sia quel ganzo del cicogno. Che i bimbi, come certifica l’Istat, nascano sotto certi cavoli a chilometro zero. Concediamo, infine, che la tradizione giudaico-cristiana (ammissione che soprattutto ci costa per via di Noè, playboy che lèvati) altro non sia che una leggenda inventata per i pacchi di Max Giusti. Bon. In cambio lei, desiderata Concita, dovrebbe farci il favore di essere se stessa. Parli come mangia. Soltanto questo. Voli, si liberi. Provi a pensare che il Grinzane Cavour non sia mai esistito. Mica per i benefit, che siamo garantisti. Per non costringersi ogni sera, tutte le volte che il giornale chiude, a dover rendere conto del suo articolo politicamente correttissimo a quell’intellettuale scapigliato di Corrado Augias, il Goethe del catasto: “Pubblico con piacere questa lettera perché, tra le molte che ricevo, si parla dei giovani…”. Ma quale cazzo, Concita. Ci sarà pure un accidente di motivo, se ci si svena per la Cgil scuola guadagnando lo stretto necessario per mandare i figlioli allo Chateaubriand. Voli, perciò. Inverta quel genio di Cyrano Augias. Un nasone è un nasone, dopo tutto. Due maschi che si sposano? “E’ la cosa che va, e lasciamola andare”? O una famiglia senza il cavolo magico? Andiamo, dài. Faccia due chiacchiere con l’animaccia di Pasolini. O con Busi, il maggior narciso vivente dopo la Marzano. O con Poli Paolo, sublimissima checca, prima di dire che “c’è una parte del paese, la quale, per questioni di potere, tiene una posizione contraria al matrimonio gay perché crea consenso”.

 

[**Video_box_2**] Ma Concita scherza, voglio sperare. Spara apposta. Troppo lunga, la sa: “L’espressione ‘politicamente corretto’ – Wikipedia – designa una linea di opinione e un atteggiamento sociale di estrema attenzione al rispetto generale, soprattutto nel rifuggire l’offesa verso determinate categorie di persone”. Che non esime, se si possiede la professionalità dovuta, e militando nel Gruppo Espresso, dal guadagnare perfino più di Gad scrivendo perfino più minchiate.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.