Non solo fumetti. Celebrare oggi Tex e Dylan Dog significa immortalare lo spirito di un'epoca
“Epluracas oretta”. Queste le arcane parole che anni fa Hugo Pratt, il creatore di Corto Maltese, rivolge al regista e appassionato di fumetti Giancarlo Soldi. È la frase che la regina Loana, protagonista di “La misteriosa fiamma della regina Loana”, una famosa storia di “Cino e Franco” (in originale “Tim Tyler’s Luck”), fumetto anni Trenta di Lyman Young, dice prima di andare in un altro mondo. Soldi, da grande fan quale era, la riconosce, ha superato la prova di iniziazione che gli hanno sottoposto Pratt e il suo amico Sergio Bonelli, editore dell’eroe western Tex, figlio del creatore del personaggio Giovanni Luigi e a sua volta autore di personaggi importanti come Zagor, giustiziere dell’immaginaria foresta di Darkwood (una serie nata nel 1961 che mixa western e fantasy) e Mister No, veterano della seconda guerra mondiale che negli anni Cinquanta si è ritirato a fare la guida turistica in Amazzonia.
“Era la parola d’ordine per entrare nel mondo della fantasia, in un club ristretto e particolare”, ci racconta Soldi, che ha voluto raccontare Sergio Bonelli (scomparso nel 2011) in un documentario di tre anni fa, “Come Tex nessuno mai”, e Tiziano Sclavi, creatore del celebre “Indagatore dell’Incubo” Dylan Dog (sempre pubblicato da Bonelli), in “Nessuno siamo perfetti”, uscito l’anno scorso e che ha vinto un premio speciale ai Nastri d’Argento assegnati a Roma lo scorso 3 marzo. Entrambi i film vanno in onda venerdì 19 giugno su Sky Arte, in una notte dedicata ai fumetti, preceduti da un altro documentario in cui 50 lettori raccontano in breve i loro 50 fumetti preferiti.
“È bello avere un pezzo di serata dedicato al proprio lavoro, anche perché si parla dei fumetti con altri occhi, non solo della follia dei collezionisti (anche se pure io sono un collezionista), ma di persone che hanno plasmato il nostro immaginario” prosegue Soldi. Durante la telecronaca di Juventus-Borussia Dortmund della scorsa Champions League, il telecronista di Sky Maurizio Compagnoni ha detto “Sembra il Cico di Zagor” commentando i molti nomi di un guardialinee spagnolo (Lopez Martinez y Gonzales in arte Cico, il messicano compagno di avventure del personaggio), dando per scontato che tutti conoscessero il personaggio. “Purtroppo solo dopo la sua scomparsa ci si è resi conto dell’importanza di Bonelli, grande figura di imprenditore-autore che non solo ha proseguito il personaggio del padre, ma ne ha creati altri, e ne ha pubblicati moltissimi, circondandosi dei talenti più vari e dando vita un autentico mondo.”
Uno di questi talenti è indubbiamente Tiziano Sclavi, fra l’altro non solo creatore di Dylan Dog, ma autore di molte storie dei personaggi di Bonelli Zagor e Mister No. Con “Nessuno siamo perfetti”, Soldi ha realizzato un viaggio all'interno della mente di un autore geniale e importantissimo (in assoluto, non solo come fumettista) che, dopo aver influenzato l'immaginario di più generazioni con la sua sensibilità e la sua visionarietà, da alcuni anni ha smesso di scrivere e vive lontano dal clamore dei media. “Tiziano rimandava sempre la nostra intervista, visto che ne aveva già fatta una. Ma quella risaliva a una quindicina di anni fa, aveva appena smesso di scrivere, sentiva ancora Dylan Dog come solo ‘suo’, e io volevo mettere anche lo Sclavi attuale, che è una sorta di Dylan Dog all’ennesima potenza.”
Sclavi non è “solo” un autore di fumetti. “Per me Sclavi ha colto lo spirito di un’epoca, di una generazione, come solo i più grandi autori (in generale, non solo i fumettisti) hanno fatto. Ha saputo raccontare se stesso, il paese, il fumetto, in una grande operazione che ha fuso fumetto cosiddetto d’autore e fumetto (sempre cosiddetto) popolare. Dylan Dog ha preso il testimone da Corto Maltese. E non a caso, quando nel 1992 ho girato ‘Nero’ tratto da un romanzo di Tiziano, ho voluto che recitasse Hugo Pratt. Da lettore, non sopportavo di non leggere più le sue storie e ho voluto risentire la sua inconfondibile voce, girando il film”.
Sergio Bonelli con Tex
Un film sclaviano anche nello stile, con una Milano surreale come sono surreali certe fra le migliori storie di Dylan Dog. “In teoria la serie è ambientata a Londra, ma in realtà la Londra di Dylan Dog è la Milano di Dino Buzzati, poetica e onirica.” E anche i personaggi intervistati hanno i loro ruoli.
[**Video_box_2**]“Sergio Bonelli e il suo braccio destro nella casa editrice Decio Canzio sono stati delle figure paterne per Sclavi: purtroppo sono morti entrambi, Bonelli nel 2011 e Canzio nel 2013. Come figura materna avevo pensato alla scrittrice e fumettista Grazia Nidasio, ma anche lei si è ‘autoreclusa’ e così nel film intervisto la scrittrice Bianca Pitzorno, che comunque è stata importante per Sclavi. Abbiamo Mauro Marcheselli, attuale Direttore editoriale della Bonelli Editore, che è stato come un fratello per lui. E Alfredo Castelli, grande e poliedrico sceneggiatore di fumetti (Martin Mystère, in primis), nel film fa un po’ il Groucho di Dylan Dog, la ‘spalla comica’ del protagonista.”
“Come Tex nessuno mai” che racconta Sergio Bonelli e la sua casa editrice (fra i tanti personaggi, oltre ai citati, ricordiamo Martin Mystère, antesignano dei misteri di Giacobbo con “Voyager”, il fantascientifico Nathan Never, il cacciatore di vampiri Dampyr), nasce da un’esigenza diversa. “Non volevo che figure così importanti come Bonelli e altri fumettisti venissero dimenticate. Filmavo Sergio ogni volta che potevo, avevo paura che non restasse nulla. ‘Come Tex nessuno mai’, l’avventura di un editore, è sostanzialmente una storia di padri e di figli, di un figlio che accudisce la ‘creatura’ del padre, Tex, e la porta avanti. Ed è curioso che Sergio Bonelli chiamasse sempre il padre per cognome, ‘Bonelli’, o ‘Il Vecchio Bonelli’, segno di un rapporto particolare”.
Tex, ideato nel 1948
Non avevano in comune solo la passione per fumetti come “La misteriosa fiamma della Regina Loana” (amato anche da Umberto Eco, è il titolo di un suo romanzo del 2004 che omaggia i vecchi comics). “Avevamo entrambi un grande amore per i viaggi, eravamo stati negli stessi posti, malgrado i trent’anni di differenza c’era una grande sintonia. Sergio diceva sempre che gli altri media non gli interessavano (il film su Tex del 1985 era stato girato per volere del padre), ma, da appassionato di cinema e di fumetto, era sempre disponibilissimo e mi aiutava, gli piaceva che indagassi nel mondo dei comics, capiva che lo raccontavo per un’esigenza interiore. ‘Tu sei uno dei nostri’, mi diceva.”
Ora “Nessuno siamo perfetti” è arrivato nei cinema (venerdì è al Massimo di Torino” alla presenza di Soldi), in una versione parzialmente diversa da quella in onda su Sky. “L’ho fatto per i fan”, si va a vedere questi film, si va come si va ai concerti, alle fiere del fumetto o del libro, se la lettura è in genere un piacere solitario, questo è un rito collettivo, un’occasione per condividere le proprie passioni. E rendere omaggio a chi ha dato loro forma.”