Cercasi urgentemente canzone dell'estate per innamorarsi in spiaggia

Simonetta Sciandivasci
Mettiamoci alle strette: poniamoci il problema delle canzonette – e del loro appesantimento, per essere precisi. Innanzitutto, la categoria: più che di costume, la questione è demografica.

Roma. Mettiamoci alle strette: poniamoci il problema delle canzonette – e del loro appesantimento, per essere precisi. Innanzitutto, la categoria: più che di costume, la questione è demografica. Se il ministero della Salute non avesse lanciato, a fine maggio, il Piano nazionale della fertilità, lasceremmo correre: ci limiteremmo a dissimulare la nostalgia per il Festivalbar, penseremmo che per fare una notte magica basti stare sotto il cielo di un’estate italiana e che, anche se andare ad Alghero in compagnia di uno straniero non è più un sogno esotico ma un’evenienza certa, ci innamoreremo ancora o per la prima volta. Innamorarsi in spiaggia è fondamentale per capire che l’amore è la forza ferina che consente al nostro destino di compiersi molto più di quanto faccia un master. E solo la musica può ricordarci che, sebbene il sapore di sale sia amaro e sappia di cose perdute – o perché Ryanair ci ha smarrito la valigia, o perché tutto è a tempo determinato – non dovremmo emanciparci dall’adorazione di un altro essere umano che non fa nulla di più che uscire dall’acqua e venire a sdraiarsi vicino a noi. Lo stesso essere umano, probabilmente, sul tram ci chiederebbe di abbassare il volume della nostra inspirazione e vedrebbe in noi i portatori dei virus venerei che i clippini della Lorenzin (un po’ confusa sulla differenza tra educazione sessuale e sprone riproduttivo) gli hanno insegnato essere i protagonisti dello scambio sessuale. Sul tram, ma non in spiaggia.

 

Quando si cantavano le magliette fine e le arie da bambine e ci si augurava che l’amore, fosse per una volta o per tutta la vita, scoccasse prima che l’estate finisse, la “denatalità che mette a rischio il welfare” non assillava le istituzioni. Ora sì, eppure chi dalla denatalità – e quindi dall’amore – non sembra toccato è il cantautorato italiano, ovvero il solo che, diciamolo in termini ministeriali, potrebbe rileggere l’amore come “bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società”.

 

[**Video_box_2**]Se possiamo dirci affrancati dal tormentone estivo, anche con una certa soddisfazione (siamo troppo evoluti per sviluppare dipendenze di poco conto; spopolano le silent disco, dove ciascuno ascolta la musica che vuole con le proprie cuffie, perché le differenze non contano solo quando #lovewins), non lo siamo dalla canzone, né dalla canzonetta. Tv Sorrisi e Canzoni ha stilato i 10 pezzi che ci terranno compagnia fino a settembre: è zeppo di stranieri, ancora capaci di sfornare ritornelli che, anche se siete sdraiati su un lettino arrugginito, accanto a una colonia di seienni che fanno la corsa coi sacchi sui vostri femori, vi trasportano in una spiaggia caraibica popolata solo da individui muti e costantemente muniti del mojito perfetto, quello con la yerba buena – rendendovi capaci di ritenere la vostra esistenza tanto meravigliosa da instillarvi l’impeto di fare più figli che colloqui. Ma concentriamoci sugli italiani in top ten. “Sveglia, suona, buco in pancia. Vendi, compra, Dow Jones, Nasdaq” canta J-Ax, proseguendo in un climax di ansia da precariato esistenziale capace di immobilizzarci più dell’indigestione di un cotechino intero. Jovanotti, che elogia l’estate con il rimpianto di un infermo (deve pesare molto l’estate addosso). I The Kolors, chi lo sa, cantano in anglo-napoletano, non è facile capirli mentre ci si arroventa al sole: fanno venir voglia di ballare, nulla più. Per fortuna, c’è Cremonini, che non ne sbaglia mai una e sussurra, in “Buon viaggio”, che “non c’è niente di più vero di un miraggio”. E ripete per tre volte “Share the love” su arrangiamenti che da soli basterebbero a fertilizzare tutte le donne d’Europa, riuscendo a non sembrare un post hippy al gay pride e indicandoci come fare di quel miraggio un insolito destino nell’azzurro mare di agosto: facendoci travolgere.

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