Scampoli d'assenza

Annalena Benini
Nulla sarà più come prima per chi svacanza nelle isole volendo “vivere la vita come un alito di vento”. Se la Grecia accetta le condizioni, allora anche noi dobbiamo abituarci all’idea che cambierà tutto, che sbarcare a Creta sarà presto come andare in vacanza a Monaco di Baviera.

Se la Grecia accetta le condizioni, allora anche noi dobbiamo abituarci all’idea che cambierà tutto, che sbarcare a Creta sarà presto come andare in vacanza a Monaco di Baviera. Si guadagnerà moltissimo in sicurezza, fiducia reciproca e capacità di conquistare l’età adulta, ci sentiremo tutti più responsabili e austeri, e chiederemo lo scontrino in ogni capanna di pescatori sulla spiaggia. Saranno vacanze più intelligenti, più solide, europeizzate, con traghetti assai in orario e file ordinate di turisti in arrivo, ad esempio, a Mykonos per ballare e salutare il tramonto. Balleranno ancora e saluteranno il tramonto, ma sarà un tramonto più puntuale e più deciso, che ricorderà vagamente un orologio a cucù: il sole si tufferà in mare ma rispettando le distanze e le misure di sicurezza, dopo avere emesso regolare fattura.

 

All’inizio non ce ne accorgeremo, come sempre rapiti dalla luce e della bellezza, ma presto accarezzeremo l’assenza, dalle strade, dei greci intenti a gestire l’ozio, sostituiti da pendolari nervosi e incravattati che bevono caffè da asporto invece di stravaccarsi all’ombra e far passare le ore. Anche noi ci sentiremo in dovere di essere nervosi e indaffarati, perché è l’Europa che ce lo chiede. Quella sensazione incoerente e frivola di possibilità, di fuga, quegli occhi che brillano al ritorno da un viaggio in Grecia saranno solo i ricordi di un’adolescenza finalmente superata. Come in una canzone di Claudio Bisio di qualche decennio fa “Rapput”, in cui la fidanzata gli confidava, già in ottobre, di voler andare “quest’estate in Grecia con Giovanna” per accarezzare nuovi scampoli d’assenza e vivere la vita come un alito di vento. E’ il motivo per cui tutti a un certo punto siamo partiti per la Grecia, gli scampoli d’assenza (e Bisio intanto pensava “puttana”).

 

[**Video_box_2**]Non sarà più così, niente scampoli d’assenza, ma una specie di Oktoberfest con partita Iva, strade asfaltate, aiuole di fiori sintetici e capre europeizzate che belano solo negli orari previsti. Non succederà più che, di ritorno da un viaggio in Grecia, i fidanzati verranno rassicurati distrattamente come nella canzone di Bisio – “eravamo solamente io e Giovanna sopra un’isola deserta tipo c’hai presente due chilometri di spiaggia vuota, dormivamo in un capanno in riva al mare e alla sera i pescatori ci portavano del pesce, facevamo le grigliate sulla spiaggia e cantavamo a squarciagola le canzoni di Battisti fino all’alba, tanto l’isola è deserta” –, perché le isole saranno forse state vendute e adibite alla costruzione di villette a schiera in multiproprietà, con divieto di schiamazzi notturni e di falò sulla spiaggia e di pesce non registrato. Così il fidanzato rimasto a casa non si chiederà mai più “quante cazzo di isolacce deve avere questa merda di una Grecia”, e perché i pescatori non se ne stanno in alto mare a impiccarsi con le reti: sarà tutto perfettamente censito, comprese le reti da pesca. Saremo adulti, pagheremo i debiti.

 

Una sola domanda sarà quella di sempre e volerà ancora libera come una libellula selvaggia e non europeizzata alla tedesca: però dimmi cosa hai fatto con il greco sulla spiaggia.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.