I migliori settimanali del mondo (questo venerdì)
“Hiyatollah!”, grida felice la Guida suprema iraniana dalla copertina dell’Economist, facendo il segno della vittoria e sfoggiando un bel paio di occhiali da sole e una spilletta con i simbolo della pace sulla stola, ed è abbastanza evidente chi, nell’opinione del magazine inglese, deve gioire di più per il deal nucleare raggiunto martedì tra Teheran e le potenze occidentali. Nonostante questo, l’Economist mostra un favore diffidente nei confronti del deal: “Il mondo dovrebbe accettare (l’accordo), con cautela”, si legge.
Una copertina molto più problematica sul deal iraniano è quella di Time, che tra le curve del simbolo di un atomo illustra il presidente Obama, l’ayatollah Khamenei, un missile atomico e un prigioniero politico iraniano, e nessuno dei simboli presentati sembra rispecchiare l’ottimismo dell’Amministrazione americana nei confronti dell’accordo nucleare. La rivista usa la tecnica del doppio editoriale, uno favorevole e uno contrario, ma il sito del Time presenta il nuovo numero in questo modo: “L’Iran scambia una tregua nucleare per il potere nella regione”, e il senso è chiaro: anche nel migliore dei casi, se riusciremo a tenere l’Iran lontano dalla Bomba, la Repubblica islamica diventerà comunque una potenza regionale ancora più grande con cui fare i conti.
Dodici foto di Hillary Clinton compongono la copertina del Magazine del New York Times, foto vintage – alcune molto vintage – e foto attuali, e introducono un pezzo monstre di Mark Leibovich che si chiede: come farà la donna più famosa del paese, quella che tutti gli americani credono di conoscere alla perfezione, a reinventarsi?
Amazon questa settimana ha compiuto vent’anni, e Jeff Bezos, fondatore e ceo, ha deciso di rilasciare una grande intervista non al New York Times, alle riviste specializzate in tecnologia o a una qualche grande testata generalista, ma a Hollywood Reporter, magazine che si occupa di cinema e cultura, e questo dà la misura di quanto la creatura di Bezos, ritratto in copertina con la dirigenza dei suoi Amazon Studios, sia lanciata nel suo nuovo ruolo di produttore di contenuti, con l’esordio di nuove serie tv originali e di lungometraggi.
Il magazine inglese New Statesman ha in copertina alcune delle donne più potenti del mondo, dalla cancelliera Merkel alla leader del partito scozzese Nicola Sturgeon. Tutte guardano una culla, dentro non c’è un bambino ma un’urna elettorale. Perché così tante donne di successo sono senza figli?, si chiede il magazine. All’interno, però, il pezzo forte del numero è l’intervista esclusiva, la prima dopo le dimissioni, all’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, che sputa un bel po’ di bile contro l’Eurogruppo, contro il ministro tedesco Schäuble, “direttore d’orchestra” della manovra che ha incastrato la Grecia ai suoi doveri, contro lo “spreco” del referendum greco.
Menzione speciale per il National Journal, rivista americana che giovedì ha annunciato la fine delle pubblicazioni cartacee. Rimarrà attivo il sito, e questo mostra lo spostamento verso l’online del gruppo editoriale Atlantic Media, a cui il National Journal appartiene. In copertina, l’ultima, la rivista mostra un altro collage con al centro Hillary Clinton, questa volta in mezzo a “giovani femministe” la cui opinione sulla candidata democratica è tutt’altro che scontata.
La Technology Review, rivista legata al Mit di Boston, dedica un numero (nella versione speciale per abbonati) alle 50 compagnie più “smart” del mondo. C’è una sola compagnia italiana, ed è una sorpresa.