Wes Craven, dal profondo della notte
“L'uomo nero non è morto/Ha gli artigli come un corvo/Fa paura la sua voce/
Prendi subito la croce/Apri gli occhi, resta sveglia/Non dormire questa notte."
Il creatore di Fred Krueger della serie “Nightmare”, una della più grandi icone horror del cinema (la poesia infantile parla appunto di lui) e forse l’unica a non derivare (come zombi o lupi mannari) dal folkore, adesso dorme il sonno eterno. Il regista, produttore e sceneggiatore Wes Craven (1939-2015) è scomparso lo scorso 30 agosto.
Un regista marcatamente cinofilo, che non aveva mai visto un film fino all’età di ventitré anni: cresciuto in un rigido ambiente anabattista, gli era vietato andare al cinema. Capita per la prima volta con “Il buio oltre la siepe” del 1962. In seguito, sempre di nascosto, vede i classici di Fellini, Bergman e Truffaut.
Ma quando nei primi anni Settanta lascia l’insegnamento di lettere e debutta come regista, i suoi non sono i film che ci si potrebbe aspettare da un professore, sono pellicole dure e violente, come “L’ultima casa a sinistra” (1972), dove un gruppo di criminali evasi violenta e uccide due ragazze (ma i genitori di una di loro si vendicano) o “Le colline hanno gli occhi” (1977), con una famiglia che deve vedersela con un gruppo di cannibali.
Nel 1984 dirige “Nightmare – Dal profondo della notte” e dona una nuova dimensione al terrore. Fred Krueger, un serial killer pedofilo viene ucciso da un gruppo di genitori, ma torna a manifestarsi (e a uccidere) nei sogni dei loro figli.
Freddy (così verrà poi amabilmente chiamato), efficacemente interpretato da Robert Englund è una versione moderna dell’Uomo Nero, del diavolo stesso, come scrive Danilo Arona in “Wes Craven. Il buio oltre la siepe” (Falsopiano), che infesta la solo apparentemente tranquilla provincia americana.
La serie “Nightmare” avrà sei sequel, un (brutto) remake, uno spin-off, “Freddy vs Jason”. Quelli ufficiali, a nostro avviso, sono solo tre: il primo, il terzo (1987), “I guerrieri del sogno”, diretto da Chuck Russell ma co-sceneggiato da Craven e con la canzone dei Dokken (“Dream Warriors” appunto) che è una perfetta sintesi del matrimonio fra hard rock e horror, e “Nightmare - Nuovo Incubo (1994)” con il ritorno di Craven alla regia.
Fra il 1996 e il 2000 dirige la trilogia di “Scream” (della quale uscirà un quarto film nel 2011, l’ultima pellicola diretta da lui) che gioca a carte scoperte con i cliché degli “slasher movie” stile “Halloween” di John Carpenter, quelli con un assassino psicopatico e con i ragazzi vergini che sono gli unici a sopravvivere, in omaggio al buon moralismo americano.
Nancy (Heather Langenkamp) che compare in tutti i tre Nightmare “craveniani” è la prima ragazza tosta (molto di più del giovane Johnny Depp, al suo esordio nel primo film) che combatte il Male, opponendosi alle scream queen di tanti horror precedenti, brave solo a urlare di terrore all’apparire del mostro, ed è indubbiamente fra i modelli usati per Buffy, la cacciatrice di vampiri della serie televisiva creata da Joss Whedon. Per certi versi, Craven è anche lo zio di Buffy.
[**Video_box_2**]“Siete tutti figli miei”, dice Freddy ai ragazzi che lo combattono in “Nightmare 2”. Ma se c’è una generazione che può dirsi figlia di Freddy è proprio quella dei ragazzi nati negli anni Settanta che passano la pubertà e l’adolescenza con i film di “Nightmare” (il primo è del 1984, l’ultimo del 1994) quasi identificandosi nei teenager che lo combattevano.
La stessa generazione che divora la serie a fumetti Dylan Dog, creata nel 1986 da Tiziano Sclavi e che deve il suo successo anche ai film di Craven. E infatti il regista viene invitato all’ultima edizione del Dylan Dog Horror Fest (una rassegna di film horror, spesso introvabili nell’era pre Internet) nel 1993 all’allora Palatrussardi, dove presenta la serie televisiva “Nightmare Cafè” (niente a che vedere con la serie di Freddy, anche se nel cast c’è Englund). Ed è probabilmente un omaggio al personaggio a fumetti il fatto che il bambino di “Nightmare - Nuovo incubo” si chiami Dylan.
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