Idee per il dopo Expo: usare l'area per Baricco e ballerine seminude
Si discute nei bar, anche tra disoccupati, di cosa fare dopo dell’area Expo. La prima cosa su cui siamo tutti d’accordo è che il milione di m2 dell’area devono essere a disposizione di Nanni Moretti. Ciò non significa che la lasciamo vuota, faremo diversi insediamenti produttivi. Questi però devono sapere che se tra uno, cinque, dieci anni, il Moretti si sveglia e decide di girarci un film, loro devono smammare (per il tempo delle riprese del film). Fatta questa ovvia premessa e in attesa che il Maestro decida, ecco le soluzioni per l’utilizzo dell’area.
Soluzione 1. Mostra fotografica che ritrae l’ad Sala con tutti i 100 capi di stato e primi ministri arrivati a visitare Expo. Come spazio, i pannelli con su le foto dovrebbero occupare 250.000 m2. Il resto campo da golf per i fratelli Molinari. Finalmente i due campioni italiani avranno un bel campo da golf per allenarsi e invitare Nedved della Juve, che anche lui gioca a golf. Il canone di affitto è basso, 2.100 euro l’anno al comune. Finalmente anche i figli degli operai potranno andare a scuola di golf dai fratelli Molinari. Costo orario per lezione: 1.000 euro pagati dal comune di Rho, che per questo verrà commissariato.
Soluzione 2. Scuola di scrittura creativa di Alessandro Baricco: 500.000 m2, 700 aule scolastiche, lezioni su tutto, con docenti della solita compagnia di giro: Vandana Shiva, Gherardo Colombo, Oddifreddi, Ivano Fossati, Nicola Piovani, Mazzantini, Bono, Mannoni Maurizio di “Linea Notte” (programma chiamato da noi non comunisti “3 contro 1”). Il resto dell’Expo direi di adibirlo a centrale nucleare (senza avvertire stampa e cittadinanza). Una bella centralina di ultima generazione che dà lavoro a 5.000 persone tenute a mantenere il segreto e dire che lavorano per l’Ocse: la centralona sarà camuffata da uffici, sperando che la Gabanelli non rompa le balle (al massimo le compriamo la pubblicità nel suo programma). L’idea migliore sarebbe questa: usare tutta l’area Expo per la sede della Fondazione Dario Fo. Dipinti del Maestro, manoscritti, costumi di scena, fondali teatrali, maschere, articoli di giornali, insomma tutto. Qui avremo un indotto enorme, ci sarebbe anche un piccolo aeroporto (abusivo) così che i turisti arrivano già qui e vanno via delusi. Un’altra proposta sull’utilizzo della sterminata area è usarla come orinatoio. No, scherzavo, fare un sambodromo che come bellezza batte quello di Rio. Sfilate di carri tutto l’anno con su ballerine seminude. Alcuni propongono che invece l’area diventi la sede di Corradino Mineo. Qui riceve di volta in volta Gotor e Vannino Chiti per discutere che le nuvole non sono rotonde, eccetera. Certo, Mineo può cederla in comodato d’uso ai Cow-boys di Dallas, squadra di football americano che potrebbe venire qui ad allenarsi. Per quanto riguarda la Guardia nazionale padana, sarei anche d’accordo di istituire un centro di addestramento reclute, che oggi si allenano qua e là. Si potrebbe accorpare tutto nell’area ex Expo, i diplomati verrebbero poi dislocati sul territorio. Una vera milizia tollerata dalle autorità e poi con decreto inglobata nelle forze armate. Certo, c’è il rischio che poi fanno il colpo di stato. Ma piuttosto che lasciare l’area Expo vuota, meglio fare una caserma bella e completa. A questo punto regaliamola a Facebook. Zuckerberg potrebbe usarla per trovare la fidanzata a quelli che non hanno il computer. Ci telefona e fa: “Milani e compagnia di sfigati, domani sera organizzo una serata danzante con i Dik Dik all’ex Expo, fatti trovare vestito bene che magari trovi una fidanzata povera ma dignitosa buttata fuori da Facebook perché brutta.
[**Video_box_2**]L’unica mia speranza è che l’Expo non vada in mano al terzo settore e balle varie. Siamo stufi di imprendtori statali. Piuttosto buttate giù tutto e rimetteteci quello che c’era prima, campi di mais, orzo e orecchie di toro. Spero che qualcuno leggendo dica: “Ma questi disoccupati che stanno tutto il giorno al bar, invece di pensare ai massimi sistemi non potrebbero andare a raccogliere l’uva?”. Rispondo volentieri: “Andateci voi a raccogliere l’uva, io preferisco avere il reddito di cittadinanza e il mio tempo usarlo per fare il cooperante in Messico”.