E' morto Glucksmann, una vita dalla parte del dissenso
Ha archiviato “Les maitres penseurs”, i padroni del pensiero, in uno splendido libro pubblicato tanti anni fa da Garzanti. André Glucksmann, morto a 78 anni nella notte a Parigi, era stato il più rappresentativo e audace dei nuovi filosofi francesi. Già assistente di Raymond Aron alla Sorbona, nato a Boulogne da ebrei distintisi nella Resistenza (il padre fu ucciso), Glucksmann ha speso una vita dalla parte del dissenso, come quando negli anni Settanta firmava per “Kontinent”, la rivista degli esuli russi a Parigi. Una vita di pentimenti, conversioni, apostasie.
Ha sferzato l’egoismo dell’Europa, sui boat people vietnamiti, sui transfughi del comunismo, sulle stragi in Algeria, sulla guerra in Bosnia, sul “partito della pace” in Iraq, su Israele e l’antisemitismo. E’ stato una delle poche mosche bianche dell’intelligenzia francese a prendere le difese di Charlie Hebdo quando lo scrittore e intellettuale disse che in gioco, nella fatwa delle caricature, c’era una sola alternativa: sharia o democrazia. E’ stato dalla parte di Papa Benedetto XVI su Ratisbona, quando il pontefice venne lasciato solo di fronte al linciaggio della umma e dei media. Se ne va uno dei grandi anticonformisti della cultura europea.