La resa incondizionata dell'occidente
In materia di jihad segnalo a oggi tre ulteriori elementi: un banner comparso sul pianerottolo di casa mia a Roma, il discorso del presidente Obama di domenica sera, la richiesta di decristianizzare la società britannica, le sue scuole e le sue istituzioni. Ma andiamo con ordine.
La mia vicina è persona colta e umanamente deliziosa. Accanto alla targhetta che segnala il suo nome ha affisso questa frase ormai topica: “Non avrete il mio odio”. Poteva invece affiggere: “Dio vi punirà per il vostro odio”? Oppure: “Il nostro sangue ricadrà su di voi”? Oppure: “Amo il mio nemico ma lo combatterò senza tregua”? Non poteva. Il suo banner è il più bello, almeno secondo i criteri correnti, e agli occhi di noi moderni riluce di una strana beatitudine. In particolare nella Roma di Papa Francesco, all’atto inaugurale del Giubileo della misericordia, suona evangelico, dunque cosa buona e giusta. Domanda: si può, non dico fare la guerra al jihadismo, ma anche solo reagire alla sua violenza e al castigo di Dio che esso letteralmente comporta, con una caritatevole rassegnazione? Non rispondo, tocca a voi che leggete. Seconda domanda: è immaginabile una reazione diversa in una società che ha messo al bando il peccato come vecchio arnese teologico, la distinzione di bene e male, di benedizione e maledizione, lo stesso senso di giustizia etica e politica? Non rispondo, tocca a voi farlo.
Il presidente Obama voleva rassicurare gli americani, i suoi fellow americans. Ha parlato loro per tredici minuti dallo Studio ovale della Casa bianca. Ha detto o lasciato percepire che la strage di San Bernardino è un atto di terrorismo, che siamo in una nuova fase della violenza in cui non sempre a decidere è un disegno ispirato da potenze o organizzazioni straniere, talvolta l’eccidio può essere il prodotto di una radicalizzazione e perversione dell’islam che ha un profilo individuale, di coppia o di gruppo. Ma l’islam o l’islamismo non c’entrano, le comunità musulmane sono e debbono essere considerate come i nostri migliori alleati. C’è bensì un gruppo di criminali che si fa chiamare Stato islamico, ma noi non dobbiamo cadere nell’equivoco di una opposizione tra islam e America, tra islam e occidente o mondo libero. Obama si è detto fiducioso: si può distruggere questa banda di assassini che usurpano la fede e lo si può fare armando, finanziando, istruendo popolazioni mediorientali, in Siria e in Iraq, che siano disposte a combattere, e usando l’intelligence, l’aviazione e gli strikes dei droni senza mettere in campo una generazione di combattenti americani e occidentali che al massimo potrebbe averla vinta ma solo per alimentare poi decenni di insurrezione, di guerriglia e di reclutamento jihadista. Domanda: vi sentite rassicurati, avete anche voi la sensazione che quello che succede nel mondo da circa quarant’anni non è che la proiezione di una follia criminale, di un abuso della religione, e che l’unica risposta possibile è tenersi saldamente ancorati ai cosiddetti nostri valori, cioè all’equivalenza delle fedi e delle culture? Ho una risposta ma la tengo di nuovo per me, sta a voi pensarci.
[**Video_box_2**]Londra è colpita da un episodio che in Israele sta diventando epidemico, l’aggressione solitaria con il coltello, la decapitazione di un agnello sacrificale tentata in metropolitana in nome del jihad in Siria e in Iraq. Ma c’è un’altra notizia importante. Una commissione si è autoinsediata, composta di personalità di rilievo del mondo anglicano e del mondo laico e di diverse religioni (c’è anche l’ex primate della chiesa anglicana Rowan Williams, considerato dallo stesso clero cattolico un guru della pratica del dialogo inter-religioso, l’uomo che ha lavorato efficacemente per instaurare la sharia nelle periferie multiculturali dell’East London). Questa élite molto established ha concluso che la Gran Bretagna non è più un paese cristiano, che le scuole confessionali vanno bandite insieme a tutta l’educazione cristiana, che anche l’anglicanesimo è un ferrovecchio, e che tutti i credo sono sullo stesso piano, insieme con l’umanesimo razionalista e il rigetto di ogni credo, ragion per cui società e istituzioni devono conformarsi a questo nuovo contesto contemporaneo. Domanda: è in atto una resa senza condizioni, una fuga del nostro mondo da sé stesso, qualcosa che nessun volo sulle Torri dopo abluzioni rituali, nessuna strage urbana in nome di Dio, nessun segno chiaro di guerra di civiltà a fondamento religioso può convertire in una reazione di identità, di dignità, di difesa e conservazione della tradizione in cui siamo nati e abbiamo vissuto?