Florence King, la zitella misantropa che ha fustigato orde di benpensanti
New York. Florence King non fumava mai per la strada, andava a letto con uomini e donne e si definiva una zitella, invocava l’avvento di una monarchia americana che avrebbe distrutto il regno di sorrisi falsi che chiamava “The Republic of Nice”. Nel suo vocabolario la parola femminista indicava “una donna che si mette troppo trucco”, eppure credeva in quella particolare connessione mentale fra donne intelligenti che spaventa gli uomini. Era una donna a suo modo.
Gli adepti della sua penna tagliente la trovavano nel “Misanthrope’s Corner” della National Review, l’angolo dove questa misantropa conservatrice scriveva cose iconoclaste e impopolari. La sua rubrica era presentata così: “Un pasticcio di critiche bisbetiche sui provinciali e tutto ciò che infastidisce la Queen of Mean”. Era un carattere affine a quello di un William Buckley, il grande intellettuale conservatore che aveva ricavato un posto speciale nel suo cuore per lei. I capiredattori che dovevano correggerle gli articoli erano appena meno entusiasti. Nella redazione della National Review circolano colorite leggende sulle sceneggiate a proposito di una virgola espunta. Pare che redattori si siano dimessi dopo essere stati aggrediti da telefonate, fax e lettere della signorina. I suoi amici la pensano al contrario, ma di amici ne aveva pochissimi, anche se passava un’enorme quantità di tempo a rispondere – a mano – alle lettere dei lettori.
[**Video_box_2**]La “più divertente bisessuale repubblicana del mondo” non voleva fare alcuna battaglia per i diritti dei gay. Se una battaglia voleva fare era per il diritto a essere zitella, anzi per la nobilitazione del concetto di “zitellaggine”, per troppo tempo bistrattato dai benpensanti. Era cresciuta in una famiglia episcopaliana della Virginia, ma si definiva ostinatamente un’agnostica, cosa che non ha mai creato frizione con il cattolicissimo Buckley, il quale era circondato da amici che non gli somigliavano. Il suo amico Jack Fowler ha scritto che qualche mese fa, quando ha capito che la storia si avvicinava all’epilogo, King le ha chiesto di pregare per lei: “Ed era contenta di sapere che qualche rosario per lei veniva detto sulla vecchia corona di Buckley”. E’ morta il giorno dell’Epifania, non molte ore dopo aver compiuto ottant’anni.