“Famiglie, vi odiamo!”. Che pena l'Italia che non vuole i bimbi al ristorante ma accetta i cani ovunque
"Famiglie, vi odiamo”. Gli italiani sono diventati tutti gidiani, anche quelli, e saranno la stragrande maggioranza visti i dati Istat sulla lettura, che André Gide non l’hanno mai nemmeno sentito nominare. “Famiglie! Vi odio! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità”, scriveva lo scrittore francese nei “Nutrimenti terrestri”, ed era l’idiosincrasia di un dandy fin de siècle, al tempo dell’Europa prolifica. I tempi sono cambiati, i secoli sono passati, l’Europa sta morendo di sterilità e un dandy inizio millennio come me, che seguendo la tradizione le famiglie le detesta, quando legge che il ristorante romano “La fraschetta del pesce” vieta l’ingresso ai bambini viene colto dallo sconforto.
Uno dei cartelli che vietano l'accesso ai bambini
L’Italia che nella canzone di De Gregori era metà giardino e metà galera adesso è metà ospizio e metà canile: esteticamente parlando non si può dire un progresso. Fosse soltanto la folcloristica, plurisecolare scortesia dell’oste romano, pazienza. Ma chiaramente il titolare della Fraschetta del pesce è un avanguardista dell’estinzione nazionale. Dietro questo ristoratore, che forse non a caso alza la sua serranda nei pressi del cimitero del Verano, c’è l’Italia compattamente erodiana dal Brennero al Canale di Sicilia e quindi da Giazza, provincia di Verona, dove la pizzeria Al Torrente fa sapere che i bambini “troppo vivaci” non sono graditi mentre i cani sì, fino a Barletta dove nel ristorante Bacco hanno mandato una mia amica ad allattare in bagno, di nascosto, come una drogata dedita alla puntura di eroina. Al ristorante Bacco è stata appena comminata una stella Michelin, e avendoci mangiato abbastanza di recente non riesco a capirne il motivo. O invece sì, lo intuisco: la guida Michelin fa parte del gran complotto malthusiano che sta depauperando il continente. Al Bacco e agli altri ristoranti della guida pneumatica fanno gioco i vecchi ricchi, i sodomiti silenziosi, i dozzinali dandy fuori tempo massimo che aborrono la prole ma le cui ricche pensioni sono o saranno pagate dai giovani che la pensione non la vedranno nemmeno col binocolo. Futuro, questo sconosciuto.
[**Video_box_2**]Ovviamente ogni pagliuzza ha sempre la sua trave: l’apartheid nei confronti dei bambini riposa sui problemi causati dalla loro maleducazione. Li si accusa di essere chiassosi, fastidiosi. Il che è spesso vero ma non c’entra nulla. A parte che i bambini non mordono, a differenza dei cani molto apprezzati (mediante appositi cartelli) dai ristoratori e dagli albergatori estinzionisti, se aspettiamo una generazione di bambini educati facciamo in tempo a scomparire del tutto. Lo avete voluto Rousseau, il metodo Montessori, Reggio Children? E adesso vi tenete il pargolo sfrenato. Gli stessi che al ristorante si lamentano dei bimbi molesti sono i delatori pronti a denunciare i genitori che domano la prole attraverso le benedette punizioni corporali. A me i bambini non piacciono perché in loro la componente animale è ancora molto forte: sono pertanto egoisti e cattivi tipo bestie, soltanto l’educazione e la pressione sociale possono renderli passabilmente umani. Ma chi li respinge sta strangolando la vita e si merita di frequentare il Verano dove i pianti vengono soffocati nei fazzoletti e non disturbano chi non vuole essere disturbato dalla realtà.