Appello ai sindaci di Italia: il 27 gennaio tutti con la kippah
Ad Ascoli Piceno la kippah ce la mettiamo da sei anni. Da quando sono sindaco la Giornata della Memoria, il 27 gennaio, non rappresenta solo un occasione rituale per rammentare l'abominio della Shoa e fare memoria delle vittime dell'Olocausto. Per la mia città e' sempre stata - lo sarà anche quest'anno, mercoledì prossimo - un'occasione per conoscere la cultura, le abitudini, i caratteri del mondo ebraico oggi così da contrastare i demoni dell'antisemitismo di oggi.
Non aiuta fare memoria del passato se non si genera, contestualmente, una riflessione capace di mettere radici profonde e nuove nel presente. L'anti-semitismo di allora deve essere combattuto, qui e ora , nel nostro tempo, nel nostro spazio.
L'invito del Direttore del Foglio a mettere la kippah, mi pare vada in questa ricerca di spazio presente da assicurare alla manifestazione di chi professa la religione e la cultura ebraica. E mi piace. Mi piace anche scoprirne una versione persino antesignana nella mia bella città, ospitale, generosa e solidaristica. Per chi ama la libertà e si dispone a difenderla ad ogni costo, e' assai triste scoprire questa tendenza a fare un passo indietro nel rispetto dei diritti di tutti. Quando si invita - come è accaduto in Francia - a non indossare simboli religiosi ebraici per non "turbare" la sensibilità altrui, vuol dire che l'anti-semitismo e' ancora forte e radicato. Non è affare del passato. È una preoccupazione del presente, ma non solo in chi ferocemente dichiara l'odio e usa la violenza, ma soprattutto in chi professa la tolleranza, ma la pratica a senso unico. Fa paura constatare quanti ebrei non sentano più sicuri in Europa e progettino un loro trasferimento definitivo in Israele. Non è solo una scelta diffusa negli ebrei di Francia. È comunque una delle peggiori sconfitte dell'Europa, della sua civiltà e della sua cultura.
Contrastare l'anti-semitismo oggi vuol dire anche fare conoscenza della quotidianità della cultura e della religione ebraica. È per questo che nella Giornata della Memoria che celebriamo ad Ascoli Piceno, compiamo gesti quotidiani: un tè yiddish, accompagnato da dolcetti ebraici è da storielle umoristiche che pescano nella cultura e nel l'ironia nel popolo ebraico; un film che ci porti a ripensare all'orrore; una celebrazione religiosa cristiana ed ebraica insieme, con il Vescovo di Ascoli e con il rabbino; letture di Primo Levi; una cena kosher.
[**Video_box_2**]In tutte queste occasioni che scandiscono la Giornata della Memoria di Ascoli Piceno invitiamo chi vuole a indossare la kippah. Io la metterò. Con convinzione e con rispetto: consapevole che solo rafforzando, e non nascondendo, le identità minacciate si possa fare argine al nuovo terrorismo. Sarebbe bello che il 27 gennaio lo facessero anche tutti I sindaci d’Italia.
Guido Castelli
Sindaco di Ascoli Piceno
Presidente della Fondazione Ifel-Anci