Dana Skully e Fox Mulder

Il ritorno di X-Files e l'universo complottista che ha contribuito a creare

Stefano Priarone
Da stasera (su Fox) la serie tv creata da Chris Carter torna dopo quattordici anni con nuovi episodi. Attorno a Fox Mulder e Dana Skully c'è però ora un mondo che, dalle scie chimiche agli UFO agli attentati governativi, crede a tutto.

    “Voglio credere” (“I Want to Believe”) e “Non credere a nessuno” (“Trust No One”): su queste due frasi programmatiche, solo in apparenza contrapposte, si è basata la serie televisiva “X-Files” che da stasera torna (su Fox) con una miniserie in sei episodi. Creata da Chris Carter nel 1993 e andata in onda per nove stagioni, è stata, dopo “Twin Peaks” di David Lynch del 1990 (altra serie che tornerà  prossimamente, tra fine anno e il 2017, con nuovi episodi) alla base dell’attuale serialità televisiva “d’autore”.
    I protagonisti, Fox Mulder (David Duchovny) e Dana Scully (Gillian Anderson) sono due agenti dell'FBI che si occupano di casi catalogati come inspiegabili (gli X-Files, appunto), di natura probabilmente soprannaturale, in primis di alieni, che sarebbero da anni sulla terra e collaborerebbero con elementi deviati del governo americano. Fox è il "credente", Scully, un medico, la scettica, ma il suo scetticismo viene duramente scosso nel corso della serie. I temi trattati, la regia sofisticata (più da cinema che da serie tv dell'epoca), la tensione erotica fra i protagonisti (che esplode, parzialmente, solo dopo anni) hanno contribuito al suo successo e la hanno resa una serie di culto.

     

    Ha inoltre reso popolari temi comunque già noti, come il cover-up del governo statunitense sugli alieni, la misteriosa Area 51, i misteri dell'attentato a Kennedy. I più complottisti nella serie sono i Pistoleri Solitari (Lone Gunmen), tre nerd esperti hacker e teorici di ogni possibile cospirazione governativa (il loro nome deriva appunto dall'aver confutato la teoria del "pistolero solitario" che avrebbe ucciso JFK). E infatti le due tag-line della serie, “I Want to Believe" e Trust No One" non sono per nulla inconciliabili: Mulder e i Lone Gunmen (e anche molti fan della serie) non credono alle verità "ufficiali", ma vogliono credere alle ipotesi più bizzarre.

     

    Il mondo dei complottisti, esiste comunque da anni, su questi temi già nel 1982 lo sceneggiatore di fumetti Alfredo Castelli aveva creato (per la Bonelli di Tex) il personaggio di Martin Mystère, singolare figura di studioso ed esploratore.

     

    È lo stesso universo che era stato sbeffeggiato da Umberto Eco ne “Il Pendolo di Foucault” del 1988, forse il suo libro migliore. Nel romanzo tre redattori editoriali inventano per divertimento un complotto lungo secoli, che chiamano “Il Piano”, ma sono purtroppo presi sul serio da veri teorici del complotto, i quali ritengono che i tre sappiano dove si trova il tesoro dei Cavalieri Templari. Scrive l’ex credente Eco ironizzando sul complottismo in quello che sembra un isolato soprassalto di cattolicità: “Non mi aveva parlato Aglié della tensione verso il mistero che agitava l’epoca degli Antonini? Eppure, era appena arrivato qualcuno che si era dichiarato il Figlio di Dio, il figlio di Dio che si fa carne e redime i peccati del mondo. Era un mistero da poco?”.
    L'idea di una setta misteriosa, magari guidata da un Grande Vecchio, dietro a tutti i grandi cambiamenti storici è molto antica e, a seconda dei periodi storici, questi presunti Superiori Sconosciuti si sono chiamati Illuminati, gesuiti, Savi di Sion (quelli dei famosi Protocolli), Rosa Croce.

     

    Grande successo hanno avuto gli Illuminati, una società segreta nata in Baviera nel 1776, messa fuorilegge nove anni dopo, ma ritenuta dai cospirazionisti alla base di tutte le rivoluzioni degli ultimi duecento anni.

     

    Negli ultimi anni nei  fumetti Marvel lo sceneggiatore Brian Michael Bendis ha ideato una loggia segreta di supereroi (fra i quali Mister Fantastic, l’uomo allungabile dei Fantastici Quattro e il miliardario Iron Man), i cui membri sono detti appunti Illuminati che dirige nell’ombra la “comunità supereroistica” con decisioni a volte discutibili, come l’esiliare Hulk su un altro pianeta

     

    Chris Carter ha dichiarato che “X-Files” ha chiuso per colpa dell’11 Settembre: gli americani volevano essere rassicurati dal loro governo.  In realtà, dopo nove stagioni la serie mostrava le corde e l’attentato alle Torri Gemelle è stato il culmine del complottismo alla “X-Files”. Infatti nel primo episodio dello spin-off “The Lone Gunmen”, andato in onda il 4 marzo 2001 (sei mesi prima del’attentato alle Torri Gemelle) una parte del governo americano progetta un autoattentato: vuole telecomandare un aereo di linea verso il World Trade Center (molto simile a quello che sarebbe accaduto, governo americano a parte).

     

    [**Video_box_2**]Nei nuovi episodi Duchovny ed Anderson sembrano “infighettiti”, malgrado il passare del tempo: a lui forse giova l’aver interpretato lo scrittore tombeur des femmes Hank Moody nella serie “Californication”, lei, che nel 1993 dimostrava ben più dei venticinque anni che aveva, adesso è una donna affascinante. Ma forse dipende anche dal fatto che viviamo nel mondo di “X-Files”, la realtà copia la finzione. Il Movimento Cinque Stelle è ricco di esponenti che, stando a certe loro dichiarazioni, sembrano Pistoleri Solitari o personaggi usciti dal romanzo di Eco. L'onorevole Carlo Sibilia su Twitter il 20 luglio 2014 ha sostenuto che in realtà lo sbarco sulla luna del 1969 è stato una montatura (“Dopo 43 anni – in realtà nel 2014 erano 45 NdR  –  ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa...”). L’11 settembre 2013, in un suo intervento alla Camera, il deputato Paolo Bernini ha citato fra i vari misfatti delle amministrazioni americane anche l’attentato dell’11 Settembre. La senatrice Paola Taverna, intervistata dall'Espresso il 19 aprile 2014, pur ammettendo che “ci sono tra noi persone estremamente semplici nel comunicare che dovrebbero fare verifiche prima di parlare” conclude così: “Però chi può escludere che esistano le scie chimiche?"

     

    Ma si può anche ridere dei complotti, come ha mostrato il fumettista Leo Ortolani (famoso per la serie umoristico-supereroistica Rat-Man) con il personaggio di Misterius, improbabile presentatore di ancor più improbabili programmi televisivi sul mistero (stile “Voyager” o “Mistero”).  “Misterius nasce dalle trasmissioni sulla ‘scienza per Dummies’ che vanno molto in voga e che all'inizio formulano ipotesi che alla fine, dopo un'ora di complottismo, non riescono a dimostrare, chiudendo con un bel ‘ma al momento, non siamo ancora in grado di spiegarlo” dice al Foglio.

     

    Ortolani è stato lettore di Martin Mystère,  che  nella finzione fumettistica conduce un programma tv il quale ricorda i succitati “Voyager” o “Mistero”, ma le differenze sono evidenti. “Da una parte Misterius, che naviga nella bufala e nell'invenzione pur di trarne un servizio televisivo, dall'altra un personaggio che, pur partendo a volte da cose ‘misteriose’, ne trae comunque delle straordinarie avventure e alla fine poco importa se sia la verità, l'importante è la storia che ne risulta”.

     

    E questo vale anche per la serie “X-Files”, spesso appassionante anche se si ha poca voglia di credere nelle teorie cospirazionistiche.