La cantante Noemi durante la sua esibizione al Festival di Sanremo (foto LaPresse)

Un Sanremo arcobaleno tra coccarde e tweet politici

Micol Treves

Il Festival della canzone italiana è diventato teatro di diverbi via Twitter tra i politici. Più che delle canzoni si è parlato di unioni civili tra nastrini arcobaleno che svolazzavano sul microfono della metà dei cantanti e difese e accuse al ddl Cirinnà.

Dopo la pioggia: l’arcobaleno. Coloratissimo. Artistico. Nubifragio sulla città dei fiori per il primo giorno di kermesse, fino a sera. Quando si placa la tempesta, comincia la festa. E coccarde coloratissime sfilano sul proscenio, illuminate dai riflettori, appese ai microfoni di alcuni artisti (Noemi, Stadio, Fornaciari, Bluvertigo, Ruggeri). Cinque su dieci: i numeri danno manforte alla polemica che da ore aleggia su questa 66esima edizione del festival. Su Twitter parte il can can: l’hashtag? #Sanremoarcobaleno. Piomba solidarietà ai cantanti temerari. Conti non commenta. La politica, sì: “Dopo nastri arcobaleno esporre il Tricolore per le foibe”, cinguetta Gasparri”. E ancora il leader della Lega, Salvini, sull’ospitata di Elton John voluta da Rai Uno: “Strapagarlo per esaltare le adozioni gay è una vergogna. Ma è il festival della canzone o un comizio politico?”. Ecco.

 

Pronta la risposta della senatrice Cirinnà: “Sanremo è lo specchio della società italiana, per questo la solidarietà degli artisti nei confronti di un provvedimento tanto atteso non mi sorprende. E' un qualcosa che probabilmente ci racconta che il Paese reale è più avanti della politica. Se la cosa può toccare il dibattito parlamentare? Può aiutare i colleghi più scettici a capire che là fuori c'è un mondo a colori, variegato. Che le convinzioni personali vanno sì difese ma senza perdere di vista il fatto che, come legislatori, siamo chiamati a dare risposte. A tutti. In special modo a chi vive ancora fuori dalla tutela delle leggi”.

 

A buttare acqua sul fuoco, come sempre, come da manuale, è il direttore di rete, Giancarlo Leone: “Ognuno è libero di portarsi le coccarde che vuole. I cantanti non devono neanche informarci. L’iniziativa è loro”. Così, questa mattina in conferenza stampa. Libertà di coscienza.

 

Ma l’iniziativa, da dove arriva? Da gay.it, ovviamente. E da Andrea Pinna, vincitore in pectore di Pechino Express. Le coccarde incriminate sono passate di mano in mano, fino al retro palco dove, si vocifera, il team di Noemi abbia contribuito a farle avere agli artisti. Un successone.

 

[**Video_box_2**]“Esibirmi con la coccarda mi è sembrato un modo sorridente, un segnale affettuoso su un tema sul quale mi sembra che si dibatta abbastanza”, ha spiegato Enrico Ruggeri. “Sono contento di avere partecipato a questa iniziativa. Solo in 5 su 10 hanno aderito? Credo perché gli altri non l’hanno intercettata”. E ancora, a proposito di stepchild adoption: “Per adesso non ho un’opinione precisa a riguardo. Per il resto non si parla di diritti ma di logica, non c’è neanche da discutere”.

 

E a chi sostiene che questo sia, ormai, un festival molto (forse troppo, a questo punto) Lgbt, risponde Carlo Conti: “Spero che resti il festival della canzone italiana, ma siamo nel 2016, uno dei temi è anche questo. Il nostro è un evento dove si raccontano tante sfaccettature della società. Noi lasciamo libertà”. Vedremo.

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