La guerra del Giappone al politicamente corretto
Il fatto è che quando si tratta di modificare la tradizione storica di un paese per conformarsi alle necessità dei turisti, spesso si finisce per sbagliare qualcosa. Oltretutto, l’occidente del politicamente corretto è sempre in agguato. A scatenare l’opinione pubblica giapponese è stata soprattutto la proposta dell’Autorità di togliere dalle mappe il carattere che corrisponde ai templi buddisti, che si chiama manji (卍), ed è simile a una svastica nazista. Per la verità il carattere è di origine sanscrita, e in Asia è stato usato per secoli come simbolo di prosperità, ricchezza e felicità dalla tradizione buddista: la maggior parte dei templi, in Giappone, hanno il manji sulle loro facciate. La croce uncinata nazista è un’altra cosa, ed è stata creata in tempi molto più recenti, ha detto Ryoka Nishino, portavoce della Federazione buddista giapponese al South China Morning Post.
[**Video_box_2**]I diciotto simboli più “fastidiosi” per i turisti sono stati scelti dopo un mese di consultazioni con un migliaio di visitatori stranieri provenienti da 92 paesi diversi (qui i risultati, in giapponese). L’Agenzia ha proposto dei simboli sostitutivi, che si chiamano chizukigou, e sono più intuitivi, comprensibili anche per il più pigro dei turisti. A fine marzo il governo dovrà decidere, anche considerando le reazioni online alla faccenda. I giapponesi, consci della tradizione storica del simbolo, non sono d’accordo con la raccomandazione dell’Agenzia, e l’argomentazione è quasi sempre la stessa: il manji non è una svastica, chi si sente offeso non conosce dodicimila anni di storia del simbolo (Insegnate alle persone e lasciate il manji sulle mappe, dal Japan Times). Ma la legge del turista occidentale, purtroppo, ammette ignoranza. E le Olimpiadi del 2020 sono alle porte: il Giappone finirà per fare i conti con il nostro politicamente corretto, e coprire i propri templi per pudore.