Il millenarismo dei razzisti verdi
Roma. E’ come nel romanzo di Douglas Adams “Ristorante al termine dell’universo”. E’ in corso l’ultima cena mentre la vita oblitera sulla terra. Uno dei personaggi, Zaphod, esclama: “La fine dell’universo è molto popolare”. Gli scienziati vedono la terra come se fosse uscita da un quadro di Hieronymus Bosch: esaurimento delle risorse, deforestazione, desertificazione, crisi energetica, inquinamento, sovraffollamento, guerre. La popolazione, per i biocentristi, è un virus, come spiega il biologo David Graber: “Siamo la piaga della Terra”. Vagli a spiegare che il cibo è sempre più abbondante, che l’acqua è di più e più pulita, che la mortalità infantile è calata, che il reddito medio mondiale e la disponibilità di risorse sono aumentate. Insomma, che non va poi così male. Eppure, simili dichiarazioni di odio verso l’umanità sono molti frequenti tra i padri del neoambientalismo come Lynn White, che fa risalire il surriscaldamento alla teologia cristiana, e Peter Singer, per il quale la vita di uno scimpanzé ha più valore di quella di un bambino disabile. Adesso arriva il manifesto del razzismo verde.
Si intitola “Half Earth” e l’ha scritto il fondatore della sociobiologia e della biodiversità, il docente di Harvard Edward Wilson. Ha una proposta su come fermare la “sesta estinzione”: mettere da parte metà del pianeta e farne un parco naturale senza esseri umani. “Dopo tutto, è la diffusione dell’umanità che ha accelerato i tassi di estinzione e l’attività umana è la forza trainante della estinzione di massa in corso, una minaccia per la biodiversità uguale alla potenza distruttiva dell’asteroide Chicxulub che ha spazzato via il settanta per cento delle specie milioni di anni fa”. Anche la pesca andrebbe abolita. Il messaggio di Wilson è semplice: tempi disperati richiedono misure disperate, “solo mettendo da parte la metà del pianeta in una riserva possiamo salvare la parte viva dell’ambiente”. Decrescita radicale, Serge Latouche sarebbe d’accordo.
Edward Wilson è preoccupato dalla sovrappopolazione. Ma poiché oggi i bambini li fanno solo i paesi in via di sviluppo, la più grande minaccia per un futuro ecologicamente corretto sono le tribù delle colline della Thailandia, i pastori della Tanzania, le comunità della foresta in Indonesia. Da non credere. Eppure, proposte non nuove quelle di Wilson. C’è il biologo di Stanford Paul Ehrlich, l’autore della “Bomba demografica” (1968), che sostenne la vasectomia di massa e che durante la Guerra Fredda profetizzò un “inverno nucleare” che avrebbe distrutto la vita sulla terra. Ehrlich ha suggerito di tassare i prodotti per l’infanzia: “Culle, pannolini, giocattoli, cibo per bambini”. Vuole rendere più accessibili l’aborto e “impianti corporei obbligatori che impedirebbero alle coppie di avere figli”. C’è chi, come il Premio Nobel belga Christian De Duve, ha scritto che “se continuiamo in questa direzione sarà l’Apocalisse”. La scienza può fare qualcosa? “Essa non può aumentare la superficie della terra o le sue risorse. L’unica speranza che ha l’umanità per sopravvivere è quella di non continuare la sua espansione”. E’ auspicabile allora “il controllo sociale da parte di persone competenti”. Una sorta di falansterio di “saggi”. Cervelloni misantropi che ci dicono come bisogna vivere?
Secondo il Nobel belga Christian De Duve, “preservativi, spirali, diaframmi, pillole e altri mezzi contraccettivi dovrebbero essere messi gratuitamente a disposizione di tutti i cittadini sessualmente maturi, come l’assistenza medica necessaria per un’interruzione di gravidanza. I sussidi familiari dovrebbero essere limitati al primo figlio”.
[**Video_box_2**]Allo stesso modo, Edward Wilson, l’autore di “Half Earth”, ha espresso sostegno per un “programma di eugenetica democratica”, attirandosi accuse di nazismo. Lo scrittore inglese Paul Kingsnorth è l’autore di “Uncivilization”, il libretto di culto fra gli ecologisti radicali. Siamo entrati nella fase dell’“ecocidio”, e il futuro umano consiste nella “decivilizzazione”. Nessun uso responsabile delle risorse come al Sierra Club, nessun elogio della tecnologia verde, nessuna sana coscienza ambientalista può invertire la rotta. Adagiamoci verso una atarassia della fine.
Nel 1962, Rachel Carson, in “Primavera silenziosa”, predisse la rapida scomparsa del pettirosso americano, che oggi invece è uno dei più prolifici uccelli degli Stati Uniti. La visione di Ehrlich, Wilson e De Duve è invece già diventata realtà. In Giappone, il business dei pannolini per anziani oggi ha superato quello dei pannolini per neonati. E il Nobel De Duve si è tolto la vita di fronte ai figli in un vero e proprio party di commiato. La figlia Anne ha descritto così il suicidio assistito del famoso scienziato: “Sorrideva, ci diceva di non piangere, che era un momento felice, ci ha salutato e sorriso”. Avanti con le piante. E forza Zika!