Charlize Theron s'è presa il guardaroba di Paolo Poli, tra paillettes e diademi sbriilluccicanti
“Una stupenda e d’orata Charlize Theron”. Testuale, letta in una recensione sul sito Film Up. Scherzi del correttore automatico, si usa dire in questi casi (resta da capire come mai il correttore automatico abbia un debole per le orate piuttosto che per la doratura). Più che “stupenda e dorata” – il correttore non si è sognato di intervenire, stavolta – ne “Il cacciatore e la regina di ghiaccio” Charlize Theron sembra aver ereditato il guardaroba di Paolo Poli. Quando si metteva il vestito lungo di paillettes, la schiena nuda per far sexy, in testa certi diademi sbrilluccicanti, e lanciava occhiate che incenerivano. Il film è nelle sale dall’altro ieri, uno sguardo al trailer può bastare.
Sta in scena anche poco, la Charlize diventata famosa per la pubblicità del Martini (ricorda niente un abito di maglia che si disfa? era già stato sfruttato nel cinema anni Trenta). Sta nel film per tirare la volata a Emily Blunt, che nel film è la sorella Freya: aveva un innamorato, la regina Ravenna si era messa di traverso in maniera piuttosto macabra, quindi Freya si ritira furente tra i ghiacci. Non è che somiglia a Elsa nel film di animazione “Frozen”, campione d’incassi Disney prima di “Zootropolis”. E’ proprio un clone di Elsa, al limite del plagio. Quanto a Ravenna, deve essere sembrato agli sceneggiatori un bel nome da regina cattiva.
Charlize Theron in una scena del film "Biancaneve e il cacciatore"
Trattandosi del prequel di Biancaneve – nella versione “Biancaneve e il Cacciatore” con Kristen Stewart, diretto da Rupert Sanders e uscito nel 2012 – serve naturalmente uno “Specchio delle mie brame”. Ed eccolo in scena, anche lui bello dorato, molto somigliante alla pubblicità del profumo “J’adore” di Dior. In certi momenti, quando lo specchio si squaglia, il film sembra una versione estesa dello spot con Charlize Theron testimonial. Vabbé, anche le dive devono campare, e devono campare anche gli addetti agli effetti speciali come Cedric Nicolas-Troyan, qui promosso senza motivo alla regia.
Freya la regina di ghiaccio alleva un esercito di guerrieri, maschi e femmine. Li acchiappa ragazzini, e quando crescono ci scappa l’incidente. Jessica Chastain si innamora di Chris Hemsworth, a imitazione di quel che davvero capitò del film precedente, quando Kristen Stewart fuggì con il regista Rupert Sanders (cacciati tutti e due, lui era sposato e lei fidanzata, ecco perché la saga ricomincia con un’altra regina). La cattiva alza un muro di ghiaccio istantaneo, lavorando di allucinazioni per far credere a lui che la sua bella è morta. Non lo è naturalmente. Quando si incontrano di nuovo dopo sette anni sono battibecchi di gelosia: l’unica cosa divertente del film. Ma bisogna chiudere gli occhi. A parte un mostro dai denti d’oro, i goblin e altre creature fantastiche – tra cui un serpente con l’erbetta e le margheritine sul dorso – sono di un kitsch spaventoso e senza remissione.