Tre rami al posto della croce nel logo della scuola cristiana, i genitori insorgono
Via la croce dal logo della scuola cristiana del distretto di Crosland Moor, a Huddersfield, in Inghilterra, che aveva aperto solo lo scorso 3 maggio. Lo stemma, stampato su magliette e gadget, era stato disegnato da uno studente e ritraeva un albero con al centro una croce. La scorsa settimana, la decisione dell'amministrazione dell'istituto: il logo cambia, tutto resta uguale a parte la croce, sostituita da tre rami. Immediata la rivolta dei genitori, alcuni dei quali hanno impedito ai figli di indossare le nuove divise senza croce. Il preside, David Bendall, ha chiarito che fin dallo scorso maggio (quando il logo era stato adottato) che si trattava di un disegno temporaneo e che mai era stato considerato "la versione finale".
Spiegazione che non ha convinto: "Per quale motivo si dovrebbero realizzare striscioni temporanei e produrre divise temporanee?", ha chiesto una madre che a Crosland Moor manda i suoi quattro figli. Qualcuno ha cercato una spiegazione nel quartiere, che è uno con la più alta concentrazione di musulmani nella città. "Ho un bel po' di amici musulmani e ho chiesto loro se si ritenessero offesi dalla croce.La risposta è stata no. Eppure l'hanno rimossa proprio per non offendere le persone", ha ribattuto il genitore. La follia, sostengono altri, è che la croce è stata rimossa da una scuola che dipende dalla Chiesa d'Inghilterra. Per il preside, alla base della decisione c'è uno studio ben preciso: "Mettendo tre rami nel logo, vogliamo rimarcare che l'istituto è costituito da tre scuole unite insieme".
La diocesi, ha aggiunto Bendall, è stata d'accordo e la rimozione della croce "non cambia in alcun modo l'identità o lo spirito della nostra scuola". Certo, questo però tenendo ben presente – ha aggiunto – la necessità che “tutti i bambini, ciascuno con il proprio retroterra, siano trattati esattamente allo stesso modo. Spero che tutti concordino che un logo è solo un simbolo, e che le peculiarità di una scuola non sono tenute in vita da un immagine, ma dai pensieri e dalle azioni delle persone che ci stanno dentro”.