Nizza? Colpa dei preti
Colpa dei politici? No, colpa dei preti. Pur con tutta la mia personale, aristotelica disistima verso i politici democratici, non posso pretendere nulla da François Hollande. Non l’avete forse visto in faccia? Non l’avete guardato bene quel parruccone, quel tinto? Sarebbe come pretendere dal Luigi XVI dipinto da Callet, sepolto vivo sotto gli ermellini, di fermare i forconi della Rivoluzione Francese che di lì a poco si sarebbero presentati sotto la sua finestra.
L’intelligence? Non sarà mica intelligente pensare che l’intelligence possa pedinare sei milioni di maomettani francesi, cinque milioni di maomettani tedeschi, un milione e mezzo di maomettani italiani… E non è ragionevole sperare nel “piano speciale di integrazione” che il politologo Ian Brenner auspica sul Corriere. Come avrebbe detto De Gaulle, vasto programma. E poi cosa vuoi mai integrare se sei un disintegrato? Se mangi cuscus e pratichi yoga, se quando ti astieni da qualcosa parli di ramadan e non di quaresima, se tifi per squadre di calcio di proprietà asiatica piene di giocatori africani, quale fascino europeo pensi di esercitare? Lo rimarca Richard Millet nell’ultimo libro tradotto in italiano: “Come, in queste condizioni, gli immigrati extraeuropei desidereranno assimilarsi a dei vinti che amano la propria disfatta?”.
Colpa dei preti che continuano a non dire la verità senza la quale non è possibile vivere liberi (visto che i corni del presente, epocale dilemma sono appunto la libertà e la sottomissione). Il Papa, attraverso il suo portavoce grazie a Dio pensionando, dopo la strage di Nizza ha parlato di “follia omicida” e non è stato di aiuto. Follia non significa nulla, anzi, follia è una parola fuorviante perché fa pensare a una totale irresponsabilità: come se Mohamed Lahouaiej Bouhlel avesse semplicemente perso il senno, e come se non si chiamasse Mohamed. All’inizio del suo pontificato, a Santa Marta e altrove, il Santo Padre tirava spesso in ballo il diavolo, anche per questioni all’apparenza non così cruciali. Parlando al collegio cardinalizio accusò Satana del pessimismo dilagante: d’accordo, il pessimismo è una brutta cosa, ma 84 morti ammazzati, fra cui molti bambini, sono meglio? Perché dopo i viaggi-lampo a Lampedusa e a Lesbo non organizza una capatina a Nizza? Mistero della fede.
E i teologi parlano d’altro
Colpa dei teologi che in questi anni si sono spremuti sul sesso degli angeli ossia sulla comunione ai risposati, una faccenda che non interessa a nessuno, che non serve a nessuno, mentre da due secoli per avere una seria definizione del Corano bisogna continuare a rivolgersi all’ateo Schopenhauer: “La forma più squallida e più povera di teismo”.
Colpa dei cardinali tipo Schönborn che hanno speso tutte le loro energie intellettuali per provare a motivare la loro brama di benedire sodomitiche confricazioni.
La colpa non è dei politici, poveruomini che non leggono, che non sanno, che vagano su internet come asini tra i suoni, è colpa di questi ecclesiastici che gli strumenti li avrebbero ma non li usano. Hanno il Vangelo, i Santi, la Madonna, i Padri, eppure seguono il mondo scodinzolando, non ci pensano proprio di analizzare e denunciare il Corano, e di esigere il disinnesco di questo enorme serbatoio di benzina a disposizione di tutti i violenti e gli invidiosi del pianeta. La moglie ti sta lasciando? Ecco un versetto che ti autorizza a sfogarti falciando cento infedeli sulla Promenade des Anglais. Sto aspettando il prete che faccia notare i differenti esiti dell’emulazione onomastica: se ti chiami Christo ti viene in mente di far camminare la gente sulle acque, se ti chiami Mohamed ti viene in mente di fare una strage. Sono qui, ho tempo.
Universalismo individualistico