Retorica del dialogo a parte, al Lido si vede anche qualcosa di buono
QUESTI GIORNI di Giuseppe Piccioni (concorso)
Molti sono gli anacronismi che tocca vedere al cinema. Nessuno sa più fumare decentemente una sigaretta, per dirne una; né Jackie Kennedy-Natalie Portman, né il Papa Jude Law di Paolo Sorrentino. Qui il regista sessantenne – nato sopravvalutato, è un destino come un altro, pensate a Sandra Ceccarelli in “Luce dei miei occhi” – attribuisce i suoi pensieri cupi a una ragazza che ne ha 40 meno di lui. Con la voce fuori campo, morte sicura per il cinema ben fatto.
SAFARI di Ulrich Seidl (fuori concorso)
“Studiate le pause nei monologhi di Franca Valeri” suggerì una volta Arturo Toscanini. Va bene anche l’austriaco Seidl, strepitoso già dal suo primo film intitolato “Canicola”. Dagli squilli di tromba alla messa in posa degli animali uccisi a fucilate – gli mettono in bocca l’erbetta, ripuliscono il sangue, sistemano in posa leggiadra la testa della giraffa – non sbaglia un fotogramma. Cacciatrici in sahariana, mogli dei cacciatori in camicette animalier.
PARADISE di Andrei Konchalovsky (concorso)
Film come non se ne fanno più. E secondo molti critici non si dovrebbero più fare. Konchalovsky e Mel Gibson sono stati risucchiati da una voragine spazio-temporale. La Seconda guerra mondiale per l’americano: nel plotone di “Hacksaw Ridge” oltre al pacifista abbiamo il polacco e l’italiano. L’Olocausto per il russo, completo di collaborazionisti e nazisti in stile “Caduta degli dèi”. Attori bravi, costruzione solida, colpo di scena prevedibile.
THE JOURNEY di Nick Hamm (fuori concorso)
Messaggi. Pippo Delbono sfila con i rifugiati per promuovere il suo “Vangelo”. E ora i negoziati per la pace in Irlanda del nord. Nel 2006 il pastore protestante Ian Paisley e l’ex dell’Ira Martin McGuinness viaggiano sulla stessa automobile. In repertorio, tutta la retorica sul dialogo. Scarso lo sceneggiatore e imbarazzati gli attori.
Mariarosa Mancuso
E’ rischioso violare la nostra regola “mai lasciare il Lido per Venezia durante la Mostra”. Cena di beneficenza a Dorsoduro, con Chiara Francini attrice dell’anno per Diva & Donna. Tiziana Rocca, pr della cena per la Croce Rossa e l’aiuto ai terremotati, obbedisce al dress code: “Elegant But Trendy”. In abito nero Alberta Ferretti e giubbotto di pelle con tagli alla Lucio Fontana (Pinko). Simpatico incontro sul vaporetto con l’attrice Valentina Carnelutti (“Il paese delle spose infelici”). Arrivo alla Scuola Grande della Misericordia, location della rediviva festa di Ciak (Visibilia editore, D. Santanchè). Piera Detassis, sottile e fresca in Malìparmi, riceveva nell’enorme spazio della ex chiesa e scuola di pittura e scultura, con lunga scalinata buona per Wanda Osiris ma non per le nostra zampette; portava al piano di sopra con divani e bibite, dove prima c’era la cena per il cast di “Jackie”. Proiezione del corto “Cuoio di Toscana”: “Il cuoio diventa pregiato solo se lavorato con mani umane”.
Una malalingua: Caterina Murino, stilista nel film, “era vestita da attrice, non da ideatrice di moda!”. Spazio enorme e lunga scalinata buona per Wanda Osiris ma non per le nostra zampette; portava al primo piano con divani e bibite, dove prima c’era la cena per il cast di “Jackie”. Fabiana Giacomotti, docente di storia della moda, sfarfallava in organza bianca tagliata a piume. Tra la folla, gli attori Matilde Gioli, Michele Riondino, Sara Serraiocco (“La ragazza del mondo”, Giornate degli Autori). Gabriele Mainetti, regista dell’anno con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, suo il bel corto per la Renault, “Ningyo”, con salvataggio della sirena spiaggiata alla Fontana delle Tartarughe di Roma. Con Laura Delli Colli (Nastro d’Argento) colletta per pagare la lancia di Eleonora Giorgi per raggiungere la cuccia asap (prima lancia di cortesia all’una di notte). Recupero della bici e testa sul cuscino alle 14,45. Friendship forever ma si lascia il Lido solo per partire, se no bye-bye beauty sleep.