La gogna islamicamente corretta non risparmia neppure gli olimpionici
Il plurimedagliato britannico Louis Smith scherza sull’islam a un matrimonio: sospeso dalla Federazione e costretto a scuse pubbliche dopo insulti e minacce. Curioso che succeda nel paese che non ha nessuna paura a ridicolizzare e cancellare il cristianesimo. Il caso arriva anche in Parlamento.
Louis Smith è un ginnasta britannico con quattro medaglie olimpiche sul groppone, l’ultima un argento a Rio de Janeiro. Negli ultimi giorni il ventisettenne si è trovato coinvolto, suo malgrado, in una polemica che gli è costata la sospensione per due mesi da parte della sua federazione, British Gymnastic. Doping? Scommesse? Infrazioni sportive? Macché. Smith ha riso durante un siparietto inscenato dal suo ex collega Luke Carson, che al matrimonio di alcuni amici si è messo a imitare una preghiera islamica steso su di un tappeto. La sospensione è arrivata in seguito ad altri due richiami da parte della federazione, per un post sui social media su una collega e per un diverbio con i giudici di gara.
Una bravata che è costata a Smith, oltre al richiamo federale, anche numerose minacce di morte e l’immancabile pubblica gogna. Gogna cui il ginnasta si è prestato abbastanza volentieri, saltando le celebrazioni olimpiche di Trafalgar Square per visitare due moschee. Come se non bastasse il povero medagliato è stato trascinato a chiedere pubblica ammenda al terribile talk show femminile “Loose Women”. Douglas Murray, sullo Spectator, ha così commentato lo spettacolo: “Quando leggiamo di società che nel corso della storia hanno ucciso persone per eresia rimaniamo scioccati. Eppure questo è un altro caso di qualcuno che rompe un’eresia della nostra società, a causa di credenze che non sono per nulla centrali nella nostra società e il risultato è che si prova a distruggere la carriera di questa persona e a umiliarla pubblicamente.”
In un post su Facebook Smith ha chiesto scusa e ha aggiunto: “Possiamo tutti esercitare il diritto alla libertà di parola, ma essendo una celebrità e uno sportivo influente è mia responsabilità farlo con buon gusto”. Ora, se de gustibus non est dispuntandum, viene da chiedersi quale diritto abbia British Gymnastic nel sospendere Smith per il suo presunto cattivo gusto.
Se lo è chiesto anche il deputato conservatore Charles Walker, nel corso del Prime Minister Question, sottolineando che quando si irride il cristianesimo “si è giustamente abituati a porgere l’altra guancia”, mentre se Smith si prende gioco di un’altra religione è perseguitato dai media e sospeso. “Quest’uomo ha ricevuto minacce di morte e abbiamo guardato tutti dall’altra parte” ha detto Walker, sferzando i colleghi, prima di chiedere alla May: “Cosa sta succedendo in questo paese? Perché io non capisco più quali siano le regole”.
Nella nazione il cui premier è figlia di un pastore anglicano e il suo predecessore ripeteva ad ogni festività che il Regno Unito “è un paese cristiano”, il laicismo politicamente corretto sta dando la peggiore prova di sé, avendo già da tempo sostituito il “Buon Natale” con auspici più neutri nei biglietti d’auguri e difendendo a spada tratta una religione che ha radici altrove. La pubblica inquisizione, cui Smith si è sottoposto per salvare la propria carriera a fronte di una bravata, pare offrire una silenziosa spalla alle minacce criminali degli estremisti. Così come la punizione da parte di British Gymnastics lancia un chiaro monito ai limiti della libertà di espressione degli atleti in nome del “buon gusto”, che stranamente viene tirato in ballo solo quando si parla di islam.