Pop corn
Indottrinamento alla tolleranza: abbiamo già il primo film anti-Trump
Lo annuncia il Guardian in uno degli articoli dedicati a "Animali fantastici e dove trovarli”, il primo di cinque film che prolunga oltre ogni umana sopportazione la saga del maghetto
Abbiamo già il primo film anti-Donald Trump. Lo annuncia trionfante il Guardian, con due articoli (oltre alle recensioni con molte stellette) dedicati alla dissezione di “Animali fantastici e dove trovarli”, alla regia David Yates. Proprio gli animali che sconsigliamo di vedere al cinema questa settimana, se avete più di 14 anni e non siete legati alla saga di “Harry Potter” come altri sono legati alla saga di “Guerre stellari”. Gli animali che consigliamo sono gli “Animali notturni” di Tom Ford, dal romanzo “Tony & Susan“ di Austin Wright.
“Antidoto per l’era Trump”, annuncia il Guardian in uno degli articoli dedicati al primo di cinque film che prolunga oltre ogni umana sopportazione la saga del maghetto. E bisogna riconoscere a J. K. Rowling un talentaccio: disse che erano sette romanzi, uno per anno scolastico, e sette rimasero; nel 2001 scrisse per beneficenza un finto manuale scolastico, molte volte citato durante le lezioni di magia alla scuola Hogwarts, e ora ne sbucano cinque film (neanche le amebe si riproducono tanto rapidamente). L’altro tuona invece: “The Trump Card for progressive youth” (“trump card” è la carta vincente, per la gioventù progressista).
L’antidoto per l’èra Trump sarebbe – in sostanza – la risposta britannica ai muscolosi supereroi americani. Che impazzano sotto ogni presidente. I titoli ora in uscita sono stati concepiti sotto Obama. Dal primo – e magnifico – “Spider-Man” diretto da Wes Craven furono cancellate le Twin Towers nel frattempo crollate. L’eroe subentrante sarebbe Eddie Redmayne, uno che non sembra avere mai visto una palestra in vita sua. Non sarebbe un male, se avesse la conversazione e lo spirito di Woody Allen. Macché, va al congresso dei maghi e porta con sé una valigetta piena di animali fantastici. All’occorrenza però – vuol dire: quando a Central Park è inseguito da un’ippopotama in calore per via di una fialetta stuzzicante – sa fare la danza d’amore dell’ippopotamo. (Lo scriviamo, e ancora fatichiamo a crederci).
Film come questo educano le nuove generazioni alla tolleranza, sostiene l’articolo gemello. E vien da chiedersi: alla tolleranza esattamente verso chi? Verso i peluche simpatici, verso gli animali buffi che rubano gli oggetti luccicanti, verso il serpentone che a comando torna nella valigetta? Davvero uno pensa che i millennial – dopo aver visto un film dove le relazioni tra maghi e non maghi sono vietate, ed è una cosa brutta – poi escono e hanno un occhio di riguardo verso le opinioni altrui? Più probabile che scomunichino sui social chi si è annoiato vedendo il film. Bell’effetto paradossale, per “l’indottrinamento alla tolleranza” celebrato dall’articolista. A noi la tolleranza servirà per sopportare tutte le domande su Donald Trump fatte in conferenza stampa agli attori e ai registi americani. Moratoria, subito.