Il Catholic Providence College, dove insegna il prof. Anthony Esolen

La caccia al prof. che nel college cattolico si è opposto all'"agenda della diversità"

Matteo Matzuzzi

Petizione contro il dantista Anthony Esolen, che aveva chiesto di rispettare la vocazione cattolica dell'istituto. Docenti e studenti: "Omofobo e razzista"

Roma. Razzista, xenofobo, misogino, omofobo e perfino “religiosamente sciovinista”. Tutto questo sarebbe Anthony M. Esolen, professore di Letteratura inglese del (cattolico) Providence College, nel Rhode Island, stando alla petizione online firmata da un gruppo di docenti suoi colleghi e subito circolata tra gli studenti. Autore di numerosi saggi e rinomato traduttore della Divina Commedia dantesca, Esolen è “un gioiello lucente nell’alta istruzione americana”, ha scritto di lui George Weigel in un commento su First Things. La colpa di Esolen è di aver pubblicato due articoli sulla rivista conservatrice Crisis Magazine in cui denuncia l’imperante totalitarismo del “culto della diversità” nell’istituto ove insegna da venticinque anni. Una sottomissione che ha comportato l’annacquamento dell’identità cattolica di un college che cattolico lo è solo nel nome.

 

Esolen passa in rassegna i programmi offerti agli studenti, legge ovunque la parola “diversità” e si chiede quanto questa diversità malintesa sia compatibile con quella propria della dottrina cattolica, con “la diversità di maschio e femmina”, tanto per citare un esempio considerato sempre più politicamente scorretto e quasi lesivo della dignità altrui. “Molti studenti si sono arrabbiati con me perché ho scritto che c’è qualcosa di narcisistico nel voler insistere a studiare se stessi piuttosto che uomini e donne vissuti molto tempo fa, in culture lontane. E anche perché ho osservato che c’è qualcosa di totalitario nell’impulso della sinistra laica di voler tentare di piegare i nostri curricula alle esigenze di un obiettivo politico attuale”, ha detto in una conversazione di qualche settimana con Rod Dreher apparsa sull’American Conservative. “Come si possono studiare altre civiltà quando non si conosce neppure la propria? La maggior parte delle mie matricole non ha alcuna conoscenza della letteratura inglese precedente al Novecento. Un corso di civiltà comparate non farebbe altro che portare a una degenerazione nello scenario della politica attuale”.

  

 

 

Ma il punto della contesa è sulla diversità, eletta a culto, e non solo nel liberal Rhode Island, visto che – parola di Weigel – “la cultura intellettuale ed educativa americana è sempre più incoerente e autoritaria”. Perfino il preside (un sacerdote), nella lettera spedita a studenti e docenti per difendere la libertà di parola di Esolen ha voluto sottolineare che “il professore certamente non parla per me, per la mia amministrazione e neppure per molti altri che qui pensano alla diversità in maniera molto diversa da lui”. “Solo qualche vecchio liberale ha difeso il diritto di esprimere le mie opinioni e quando il preside ha detto di ritenere necessario agire per ‘ragioni pastorali’ gli è stato risposto che era una strana forma di pastorale quella che contrappone tra loro i membri d’una stessa comunità”, ha notato Esolen. La petizione, ora, invoca una punizione esemplare, forse il licenziamento. “So che stanno cercando di capire se possono usare i miei articoli per sostenere che non sono in grado di insegnare ad alcune categorie di studenti, e cioè a gay e femmine”.

  

Tutto questo solo per aver auspicato che la diversità sia collocata all’interno della visione biblica che vede l’unione finale di tutta l’umanità in Dio. Una visione che “rafforzerebbe l’identità del college cattolico di Providence, distinguendolo dai rivali”, ha scritto Weigel. Esolen di razzismo non vuole neppure sentir parlare. Il discorso è semplice, dice: “E’ come se a una tribù del Brasile interno fosse imposto di accettare la diversità culturale, anziché limitarsi ad adottare e adattare questa o quella funzione benefica d’un’altra cultura (che è qualcosa che i popoli hanno sempre fatto). Alla fine, quella cultura particolare scomparirebbe”, nel peggiore dei casi. Nel migliore, si ridurrebbe a un’omologazione superficiale, relativa solo “al modo di vestire o di mangiare”. 

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.