Pop Corn
Per Natale guardatevi la Disney (“Zootropolis”) ma soprattutto il nuovo di Wes Anderson, “Isle of Dog”
L’animazione è un universo dove si trova tutto. Anche film su cui litigare per quel che raccontano, non solo se andate al cine con gente vogliosa di vedere “attori veri, non bambinate”
Anno d’oro per la ditta Disney, che azzecca l’animazione più intelligente e contemporanea del 2016. Non il musicarello “Oceania” (registi John Musker & Ron Clements) ma il realistico “Zootropolis” (registi Byron Howard & Rich Moore, le fatiche dei cartoon sono così pesanti che si reggono meglio in coppia). Una coniglietta poliziotta – arma segreta un registratore nella carota, mentre il bufalo suo capo la vorrebbe a fare multe per divieto di sosta – stravince sulla principessina tahitiana che battibecca con il semidio di riferimento e avanza dove la porta il cuore (glielo ha suggerito la nonna).
L’animazione è un universo dove si trova tutto – anche film su cui litigare per quel che raccontano, non solo se andate al cine con gente vogliosa di vedere “attori veri, non bambinate”. Film pecorecci come “Sausage Party” di Greg Tiernan & Conrad Vernon: la scena dell’orgia tra burritos e hot dog sta nella classifica delle più divertenti viste nel 2016. A pari merito con il coniglietto mannaro di “Pets - Vita da animali”, di Yarrow Cheney & Chris Renaud: bianchissimo, si finge tenero ed è un incallito criminale con accento da gangsta rapper – prima del doppiaggio che tutto pialla.
Wes Anderson ha annunciato con un video su internet il suo prossimo film, “Isle of Dog”, cast vocale da svenimento: Bill Murray, Edward Norton, Yoko Ono, Scarlett Johansson, Greta Gerwig, Tilda Swinton. Propone anche una lotteria, per chi vorrà fare una visitina sul set londinese – lo stesso di “Fantastic Mr Fox” – dove gli animatori animeranno e i doppiatori d’eccezione doppieranno (anche se di solito si fa il contrario: prima le voci, che servono da traccia per il labiale; movimenti del muso, trattandosi di cani). Il ricavato andrà in cinematografica beneficenza, alla Martin Scorsese Film Foundation che restaura i film classici.
Ha lavorato da solo – per l’animazione, alla sceneggiatura c’era Céline Sciamma di “Diamante nero”, ragazze nella banlieue parigina – Claude Barras per “La mia vita da zucchina” (con lo stesso team scelto da Wes Anderson per i suoi cani). Dire “andateci” è poco, verrebbe voglia di renderlo obbligatorio. Successo strepitoso in Francia e in Svizzera, critici americani impazziti, candidatura all’Oscar. Commovente come il furbo “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi non riesce a essere (se vi va un pianto). Più divertente di tutte le commedie natalizie messe insieme (se vi va una risata).
D’animazione il più clamoroso flop del 2016, il “Grande Gigante Gentile” di Steven Spielberg, dal racconto di Road Dahl (esce il 30 dicembre). Sulla carta aveva i numeri giusti, sullo schermo la bambina è petulante oltremisura, i giganti poco riusciti. I buzzurri sembrano presi da Tolkien. Il buono – deformato dal trucco e dall’animazione computerizzata – è Mark Rylance, doppiogiochista sovietico in “Il ponte delle spie”.