Terrore culturale
Parigi, intanto, processa lo storico Bensoussan per “islamofobia”: “Così si completa il terrorismo che uccide”
Roma. Parigi li ha processati quasi tutti, gli anticonformisti della critica all’islam: Oriana Fallaci, Michel Houellebecq, Charlie Hebdo, Ivan Rioufol, Éric Zemmour e adesso un grande storico del mondo arabo. Si tratta di Georges Bensoussan, 64 anni, che ai primi di gennaio comparirà in tribunale a Parigi per rispondere dell’accusa infamante di “incitamento all’odio razziale”. Due settimane fa, abbiamo reso noto il processo che a Parigi si è aperto a carico del saggista Bruckner, “reo” di aver attaccato “i collaborazionisti degli assassini di Charlie Hebdo”. Il Collettivo contro l’islamofobia, organizzazione protagonista di tante di queste cause, adesso ha portato in giudizio Bensoussan per alcune sue frasi durante una trasmissione radiofonica.
“Noto studioso ebreo processato in Francia per presunti commenti anti islamici”, commenta Haaretz nel dare notizia del processo. “Il viscerale antisemitismo dimostrato dall’indagine Fondapol di Dominique Reynié non può rimanere sotto silenzio”, aveva detto Bensoussan. “Non vi sarà alcuna integrazione finché non ci saremo liberati di questo ancestrale antisemitismo che viene tenuto segreto”. E ancora: “Come ha detto un sociologo algerino, Smaïn Laacher, ‘nelle famiglie arabe in Francia l’antisemitismo viene trasmesso con il latte materno’”. “E’ una strategia dell’intimidazione” Bensoussan è il direttore editoriale del Mémorial de la Shoah e della Revue d’histoire de la Shoah e fra i massimi studiosi di antisemitismo di Francia (i suoi libri sono pubblicati in Italia da Einaudi). “Il Mémorial de la Shoah è un patrimonio comune che nasce dall’orrore dello sterminio degli ebrei”, ha detto il Movimento contro il razzismo e per l’amicizia fra i popoli, che ha già fatto processare Oriana Fallaci. “E’ scandaloso e atroce che Bensoussan, responsabile editoriale del Mémorial, abbia usato parole razziste in un servizio pubblico”.
Il quotidiano Libération ha invocato anche misure pratiche per punire lo storico: “Finanziato dallo stato e partner della Pubblica istruzione, il Mémorial deve prendere pubblicamente le distanze dalle dichiarazioni del suo direttore editoriale”. Mediapart ha chiesto che Bensoussan venga interdetto dal Consiglio superiore per gli audiovisivi. Bensoussan intende rispondere alle accuse con un libro, in uscita il prossimo 18 gennaio, e che dovrebbe intitolarsi, emblematicamente, “Les silences de la République”, che fa il verso alla “repubblica del silenzio” di Jean-Paul Sartre. Sono partiti intanto gli appelli a favore di Bensoussan. “Il silenzio è l’obiettivo di questa nuova polizia del pensiero”, recita quello firmato da Elisabeth Badinter, Bernard-Henri Lévy e dal Gran rabbino di Francia Haïm Korsia. Poi c’è l’appello di Jacques Tarnero (regista) e Yves Ternon (storico): “Il processo Bensoussan fa parte di una strategia di intimidazione dell’espressione critica che usa le armi della democrazia. Questo terrorismo culturale completa il terrorismo che uccide”.