Il Lazy Bear Weekend

California dreaming

Michele Masneri

Al raduno degli “orsi”, tra molti party e nessuna app, in un posto che sembra uscito da Twin Peaks

Sorpassato il glorioso Golden Gate Bridge, che festeggia i suoi 80 anni, si passa il Robin Williams Tunnel, con svelta toponomastica dedicato al grande attore sanfranciscano (a San Francisco c’è anche la casa di Mrs. Doubtfire). Si punta verso nord, verso Sonoma, la regione dei vini che fa concorrenza alla più pettinata Napa Valley. Si punta in particolare sul Lazy Bear Weekend, evento che da ventisei anni costituisce il primario ritrovo di “orsi” statunitense, non nel senso ursino vero e proprio ma della particolare nicchia della comunità gay e definisce giovanotti irsuti e non filiformi. I bear hanno grandi legami con la California (l’orso è anche il simbolo dello stato) e qui a differenza che in Trentino sono particolarmente benvoluti; il termine fu inventato nel 1987 con l’invenzione del Bear Magazine (auguri anche a lui).

 

Il villaggio di Guerneville ospita dal 1990 il raduno che prevede party, karaoke, sfilate, bibite, pic nic, e genera fatturati e case-history di riqualificazione di un luogo che sembra uscito da Twin Peaks, con i suoi curvoni con pini altissimi e sequoie, e il fiume balneabile che corre in mezzo, il bellissimo Russian River, con spiaggia praticabile e tante case inestimabili con discesa a fiume privata. Quest’anno la mania del gonfiabile è esplosa anche qui, dunque ecco orsi e orsetti ma anche famiglie con bambini venire giù sull’antico fiume (così chiamato per via della comunità russa presente nell’Ottocento qui) su mezzi dalle più diverse sembianze, e dunque ecco collisioni con le canoe d’alluminio che affittano famigliole a Johnson Beach, con chiosco.

 

Gli orsi più sportivi si arrampicano sulle sequoie e provano dei tuffi (poi il giorno dopo tutti al pronto soccorso dell’ospedalino locale). Molti beach party in locali anche poco glamour dai nomi come “Betty-Spaghetti”, bearaoke (karaoke per bear), soprattutto molti falò, con questa mania americana del bruciare tutto (sulle spiagge californiane nel frattempo è tutto un ammassare legni, e tra poco si celebra il Burning Man, raduno fricchettone nel deserto del Nevada). Perfetta integrazione con la comunità locale, nello spirito di un comune ritorno alla natura (siccome manca il segnale cellulare, si torna a darsi appuntamenti, cercarsi, segnarsi i numeri fissi dell’unico tassinaro presente, mentre una ursina signora si è inventata un sistema di risciò a pedali, che passa a raccattare chi cerca invano un Uber, e trae grandi profitti; si riscopre il piacere di non usare le app, anche. Mentre tutti i proventi del festival vanno in beneficenza).

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