Pseudoscienze e “saperi alternativi” generano sempre i mostri della politica
“I mostri di Hitler”, un libro serio sull’esoterismo nazista
Scriveva Chesterton che, da quando gli uomini non credono più al vero Dio, non è che non credono a niente: credono a tutto. E, si potrebbe aggiungere, c’è sempre qualcuno che pompa le credenze più assurde. Pro domo sua, naturalmente. Così, all’alba del Novecento, quelle che allora si chiamavano “scienze di confine” andavano di gran moda. “L’astrologia, la grafologia, la caratterologia e la chirologia, scrisse l’autorevole scienziato visionario Ernst Issaberner-Haldane, sono ‘altrettanto serie, precise e attente’ di qualsiasi altra scienza e altrettanto ‘indispensabili alle scienze economiche e al consolidamento dello stato’”. Sì, “scienze economiche” e “consolidamento dello stato”. Perché la passione per “una serie di discipline marginali o di dubbia accademicità, che si presumeva spiegassero come manipolare le forze che andavano al di là della comprensione della scienza ufficiale”, non era appena la curiosità di qualche personaggio originale, ma arrivava a ispirare progetti di rigenerazione della società. Non a caso tra i frequentatori dell’ufficio di Jörg Lanz von Liebenfels, a inizio secolo autorità riconosciuta dell’occultismo austriaco, direttore-editore-autore della rivista Ostara, periodo dedicato “allo studio della razza… per combattere i rivoluzionari socialisti effeminati e salvare dal declino la nobile razza ariana”, c’era un allora giovane e squattrinato Adolf Hitler.
Nel clima di profonda crisi culturale e psicologica seguito alla sconfitta nella Prima guerra mondiale e poi al crollo economico provocato dalla crisi di Wall Street, l’esoterismo ebbe quindi in Germania un boom senza precedenti. “Nel giro di qualche anno spuntò un giornale dopo l’altro, periodici che si soppiantavano a vicenda con diagnosi globali sempre più di cattivo gusto e rivelazioni sempre più spudorate di pressante e infinita saggezza. L’occulto – nota un osservatore dell’epoca – liberò la gente dalla ‘fatica di apprendere la vera scienza’, offrendo modi ‘più agevoli ed eccitanti’ per ottenere ‘saggezza e facoltà’ con cui ‘vincere le difficoltà di questo mondo’”. Il catalogo dei saperi alternativi, che affondavano le radici nell’“antica sapienza germanica” contro la “scienza capitalistica ed ebraica” era ampio e articolato, spaziando dall’agricoltura biodinamica alla pranoterapia, dalla rabdomanzia con la ricerca delle linee occulte di forza che scorrono sotto la crosta terrestre alle teorie antivacciniste di Rudolf Steiner, dall’astrologia alla medicina naturale, e così via. “E naturalmente molti erano fermamente convinti che il corso della storia mondiale fosse il prodotto funesto dell’operato di antiche società segrete, come massoni, ebrei e gesuiti”. Su tutto, aleggiava la mitologia della “consapevolezza cosmica, l’unità vivente con la totalità dell’universo in quanto manifestazione spirituale di un Dio vivente ur-germanico”.
Quando poi l’ex caporale austriaco divenne Führer dei tedeschi, il rapporto fra il nazismo al potere e l’occultismo non fu univoco. Da un lato infatti alcuni gerarchi si diedero da fare per combattere la “ciarlataneria” di gruppi e riviste esoterici che si vantavano di aver favorito l’ascesa di Hitler grazie alla loro opera di diffusione del “sapere ariano”; ma altri ebbero una posizione più tollerante, e fu questa a prevalere. Particolare successo ebbe la fantasiosa teoria del “ghiaccio cosmico”, entusiasticamente sostenuta da Himmler e abbracciata dallo stesso Hitler: l’universo avrebbe avuto origine dallo scontro fra una stella infuocata e una ghiacciata, e due “lune di ghiaccio” sarebbero precipitate in tempi remotissimi sulla terra, mettendo fine alla civiltà superiore degli ariani di Atlantide e assicurando il trionfo delle “razze inferiori”. Così, specie negli anni della guerra, non solo il ministero della Propaganda si riempì di pseudoscienziati, rabdomanti, indovini, che dovevano tenere alto il morale dei tedeschi ripetendo loro le profezie che assicuravano ai discendenti di Atlantide il dominio della Terra, ma anche alcuni vertici dell’esercito finirono per convincersi che davvero questi oscuri figuri potessero scatenare forze occulte per vincere la guerra. Con quali esiti, è storia nota.
“I mostri di Hitler” di Eric Kurlander (Mondadori), professore di Stetson specializzato in storia della Germania moderna, è un serio studio accademico, lontano anni luce dai testi sensazionalistici che pure circolano sul ruolo dell’occultismo nella vicenda della Germania nazista. Ma è difficile leggerlo senza che risuonino nelle orecchie echi contemporanei. Viene in mente, per esempio, la putiniana fabbrica dei troll, coi suoi mille funzionari intenti a riscrivere la storia dal punto di vista del dominio negato dei popoli slavi. Ma vengono in mente anche più nostrane polemiche, la lotta contro la “gilda chiusa della scienza” di antivaccinisti e affini, anche qui – guarda caso – facilmente alimentate da un clima di crisi economica e culturale. Le situazioni storiche sono sempre diverse, certo. Ma è sempre vero che il sonno della ragione genera mostri. Ed è raro che la scoperta di pseudoscienze o di teorie storiche sul destino dei popoli rimanga confinata a garbati dibattiti accademici.